Veneto, aumentano le malattie ma si vive più a lungo.
I tumori sono in crescita
SANITÀ. Presentata al Centro Marani la quinta edizione del Rapporto Osservasalute con i dati regionali. Nascono più bambini e si sta meno tempo in ospedale Crescono i tumori, però si fanno più diagnosi precoci
Verona. Viviamo di più ma potremmo ammalarci molto meno se fossimo più attenti al nostro stile di vita, in particolare per quanto riguarda alimentazione, fumo e attività fisica. È uno degli aspetti del quadro sullo stato di salute e sulla qualità dell'assistenza nelle regioni italiane tracciato dal Rapporto Osservasalute 2007, giunto alla quinta edizione e nato dalla collaborazione degli istituti di ricerca universitari, nazionali e regionali per fornire un panorama attento e credibile attraverso dati validati e certificati dall'andamento dei principali indicatori di salute della popolazione, vale a dire 87 indicatori gestiti da 287 ricercatori.
Il Rapporto, presentato al Centro Marani, è leggibile nel sito www.osservasalute.it.
Lo spaccato del Veneto che esce da Osservasalute rivela alcuni significativi primati, come il maggior aumento, a livello nazionale, della speranza di vita alla nascita per la popolazione maschile nell'ultimo quinquennio (78,6 anni). Un altro indicatore vede il Veneto ai primi posti nell'indice di fecondità: i nuovi nati ogni mille donne è passato dal 39,4 al 40,7. Per quanto attiene l'assistenza ospedaliera, nel Veneto si registra una significativa diminuzione delle dimissioni per disturbi psichici in entrambi i sessi. Si registra inoltre la riduzione dei ricoveri brevi, l'aumento delle attività chirurgiche, diagnostiche e terapeutiche, e un trend di diminuzione nell'ultimo triennio della mortalità per entrambi i sessi.
Sulle cause di morte, cresce l'incidenza dei tumori a cui però fa da contraltare un accresciuto impegno, soprattutto nel Veneto, per effettuare diagnosi precoci attraverso le campagne di screening. Un capitolo particolare merita il settore della disabilità, come ha chiarito il dottor Stefano Schena che ha contribuito all'elaborazione di quest'area per Osservasalute:«Tre gli aspetti chiaramente emersi dai dati raccolti. Il primo è che dove c'è disabilità c'è più povertà, e quindi più fragilità. Perciò è necessario da parte delle istituzioni una maggior attenzione alle dinamiche sociali che comportino situazioni in cui vi siano portatori di handicap. Il secondo aspetto riguarda la scarsa capacità di utilizzo dei servizi esistenti da parte delle persone disabili. Il che vuol dire che c'è una carenza di informazione oppure che questo accesso è troppo complicato, per cui bisogna porvi rimedio. Il terzo aspetto è che se vogliamo realizzare una politica di intervento nei confronti di chi è disabile, bisogna lavorare sui servizi nella loro globalità, come i trasporti e gli aiuti alle famiglie, come del resto indica la Convenzione sulla disabilità approvata di recente dalle Nazioni Unite».
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