Clandestini, Maroni interviene ''Siamo in piena emergenza''
A GENNAIO, INOLTRE, VIA AI PATTUGLIAMENTI CONGIUNTI NELLE ACQUE LIBICHE. MA L'ATTEGGIAMENTO DA TENERE CON LA LIBIA DIVENTA LA SCINTILLA DELL'ENNESIMA POLEMICA CON IL MINISTRO DELLA DIFESA, IGNAZIO LA RUSSA

La situazione degli immigrati clandestini in Italia richiede misure d'emergenza, e il il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, non perde certo tempo: all'emergenza clandestini si risponde con misure d'emergenza: già da domani partiranno così i primi rimpatri di migranti direttamente da dove sono sbarcati, da Lampedusa. A gennaio, inoltre, via ai pattugliamenti congiunti nelle acque libiche. Ma l'atteggiamento da tenere con la Libia diventa la scintilla dell'ennesima polemica con il ministro della Difesa, Ignazio La Russa.
ANCORA SCINTILLE MARONI-LA RUSSA E' La Russa, in un'intervista al Corriere della Sera, a consigliare il collega Maroni ad avere "pazienza" nella trattativa con i libici ed entrare nella loro mentalità: fare i duri non serve a niente. Secca la replica del titolare del Viminale. "Lui - dice Maroni - è più fortunato di me. Io non sono in qualche spiaggia nei mari tropicali, ma sono in Padania. Ho voluto rimanere qui proprio per affrontare le eventuali emergenze e quella di Lampedusa è una emergenza". Non si fa attendere la controreplica del ministro della Difesa. "Alzare la voce senza prima avere noi adempiuto ai nostri compiti, cioè la ratifica in Parlamento del Trattato di amicizia con la Libia siglato lo scorso agosto - per La Russa - può servire a livello interno, ma se si vuole veramente affrontare il problema degli sbarchi non serve a nulla". Quanto alla frecciata sui Tropici, il titolare della Difesa la restituisce al mittente plaudendo a Maroni "lodevolmente impegnato in Italia con il suo staff anche in questi giorni a svolgere i compiti tipici del ministro dell'Interno, mentre molti di noi possono invece dedicare qualche giorno alla famiglia". Bacchetta i due litiganti il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa, secondo cui "non servono le punzecchiature fra i diversi ministri interessati, ma occorre un ripensamento della politica in materia".
VIA AD ESPULSIONI DA LAMPEDUSA Dalle polemiche alle misure concrete, Maroni annuncia poi che "chi sbarca a Lampedusa sarà rimpatriato entro pochi giorni direttamente da Lampedusa, senza essere trasferito in altri centri italiani. Ho dato disposizioni per attivare un centro idoneo al riconoscimento e all'espulsione. Domani o al massimo dopodomani ci saranno i primi voli di rimpatrio". In questi giorni l'isola è meta di un flusso ininterrotto di carrette del mare che scaricano migranti ed il centro di accoglienza dell'isola scoppia. Oggi 280 clandestini sono stati trasferiti in altre strutture. A Lampedusa ne restano circa 1.300 (la capienza è di 800).
A GENNAIO PATTUGLIAMENTI COSTE LIBICHE Ma la vera soluzione finale per l'emergenza sbarchi il ministro dell'Interno la individua nei pattugliamenti congiunti delle coste libiche, che dovrebbero partire a gennaio con sei motovedette messe a disposizione dall'Italia, ad oltre un anno dall'accordo in merito siglato siglato dall'allora ministro dell'Interno, Giuliano Amato, con il suo collega libico. Con l'avvio dei pattugliamenti, secondo Maroni, "potremo dire addio una volta per tutte al problema degli sbarchi a Lampedusa".
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