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| Flavio Tosi, 39 anni, sindaco di Verona dal 2007 |
lunedì 5 gennaio 2009
LA STAMPA: Stretta sulle squillo d'appartamento. A Verona il pugno duro del sindaco
Ordinanza anti-prostituzione di Tosi, continua la battaglia contro le lucciole «Le abbiamo già cacciate dalla strada»
VERONA
La lotta alla prostituzione si arricchisce di un nuovo capitolo. È già pronta ed entrerà in vigore a breve un’ordinanza del sindaco di Verona, Flavio Tosi, contro le squillo che esercitano in casa.
Nel giugno del 2007 fu Padova a assumere, prima in Veneto, provvedimenti anti-prostituzione varando le multe per i clienti. Ma è stata Verona, poche settimane dopo, a trasformare quelle prime ordinanze in un’autentica battaglia anti racket e anti lucciole. Tosi lo aveva promesso in campagna elettorale e ne ha fatto un punto d’orgoglio. Da due anni a Verona la lotta alla prostituzione non conosce soluzione di continuità grazie anche a nuove sentenze della Cassazione e dai provvedimenti governativi che hanno permesso ai sindaci di dotarsi di strumenti particolarmente incisivi. «Il Decreto Sicurezza del ministro Maroni- aveva gioito Tosi dopo il varo- è una norma importante, introdotta dal ministro proprio su nostra richiesta, perchè amplia il potere dei sindaci in materia di sicurezza urbana, consentendo di emanare provvedimenti più incisivi ed efficaci rispetto al fenomeno da contrastare».
In pochi mesi nel Comune scaligero sono spuntate le sanzioni per intralcio al traffico destinate agli automobilisti che premono sul freno per contrattare una prestazione, le aree off-limits, le limitazioni orarie alla circolazione degli autoveicoli e l’aumento delle multe ai clienti passate dall’agosto scorso da 47 a 500 euro. Tutte misure che- secondo Tosi- hanno praticamente cancellato il fenomeno. «A Verona– ha detto – con le contravvenzioni da 500 euro ai clienti, la prostituzione di strada dopo qualche decina di multe è praticamente scomparsa». Ora inizia la seconda parte del piano. Quella che nei piani del sindaco colpirà la parte «meno visibile» del fenomeno «ma che provoca ancora problemi» soprattutto a causa del «degrado» e della «mancanza di controlli sanitari». Infine, è il pensiero del primo cittadino leghista, «c’è da considerare l’aspetto fiscale, perché la prostituzione è un’ attività che produce un reddito molto alto senza tassazione alcuna. Esiste inoltre il concreto pericolo che la prostituzione d’appartamento, se non verrà regolamentata, possa esser controllata da racket di malavitosi». Dice Tosi: «Dopo averle allontanate dalla strada ora vogliamo colpire anche le prostitute, e sono molte, che esercitano in casa».
L’ordinanza, precisa, andrà a sanzionare chi crea disturbo nei condomini. Per Tosi la strada delle ordinanze comunali è quella che per ora permette maggiore autonomia ai Comuni. Già qualche settimana fa lo stesso esponente del Carroccio aveva ricordato che «finchè non ci sarà una norma nazionale che regola il fenomeno della prostituzione, le amministrazioni comunali non potranno fare altro che tentare di arginare il problema utilizzando i pochi strumenti a loro disposizione. Sono interventi-tampone che non risolvono certo il problema della prostituzione e del degrado connesso ma sono provvedimenti che ci auguriamo servano a rendere il fenomeno della prostituzione meno gravoso sulla cittadinanza».
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