sabato 10 gennaio 2009

L'Arena - Prostituzione, il Tar stoppa Tosi

Il Tribunale amministrativo del Veneto ha accolto il ricorso contro il provvedimento del Comune che prevedeva multe fino a 500 euro. Due censure dei giudici. Il sindaco: «Aberrante» Soddisfatto invece il Comitato di Pia Covre.


Verona. «Una sentenza aberrante che legittima la prostituzione a riappropriarsi delle vie cittadine». Così il sindaco Flavio Tosi ha commentato a caldo l'accoglimento, da parte della Terza sezione del Tar Veneto (presidente Angelo De Zotti, relatore Marco Buricelli ed estensore Stefano Mielli), del ricorso contro l'ordinanza che prevedeva una multa fino a 500 euro per coloro che venivano colti nell'atto di contrattare prestazioni sessuali in strada. 


I carabinieri ascoltano le proteste delle donne arrivate a Marzana, dopo aver tentato inutilmente di farsi ricevere in municipio FOTO MARCHIORI

«Non appena leggeremo le motivazioni della sospensiva», ha spiegato Tosi, «ripresenteremo un'ordinanza sostanzialmente identica nei contenuti anche perchè il provvedimento aveva dimostrato la sua efficacia facendo sparire quasi completamente la prostituzione dalle strade veronesi». 

«Soddisfazione» è stata invece espressa dal Comitato, per questa sospensiva. «Finalmente», ha affermato Pia Covre, una delle fondatrici e promotrice del ricorso, «uno spiraglio di giustizia. La sospensiva dell'ordinanza (di cui pubblichiamo qui qualche stralcio ndr) significa che i giudici hanno reputato fondato il nostro ricorso e che c'è qualcosa di effettivamente sbagliato nell'operato del sindaco».

Ma cos'hanno scritto i giudici della Terza sezione nella loro ordinanza (e non sentenza ndr), dopo aver ascoltato gli avvocati delle parti rappresentate in giudizio? «Il ricorso», scrivono i giudici, con il consueto linguaggio aulico (a pagina 3) apparre sorretto da elementi di fondatezza in relazione alla censura con la quale la parte ricorrente (il Comitato per i diritti civili appunto) lamenta che l'attività riguardante le prestazioni sessuali a pagamento è stata vietata e sanzionata, prescindendo dall'accertamento di situazioni specifiche e localizzate, riferibili all'esigenza di tutela della sicurezza urbana, indiscriminatamente su tutto il territorio comunale». Secondo i giudici del Tar, infatti, l'ordinamento vigente non consente la repressione di per sè dell'esercizio dell'attività riguardante le prestazioni sessuali a pagamento, (pagina 4) prescindendo dalla rilevanza che tale attività possa assumere sotto altri profili, autonomamente sanzionalibili, per le modalità con cui è svolta o per la concreta lesione di interessi riconducibili alla sicurezza urbana. In secondo luogo, secondo i giudici, appare fondata anche l'altra censura con la quale i ricorrenti lamentano il fatto che sono vietate su tutto il territorio comunale senza limiti, anche condotte che possono risultare in concreto non lesive di interessi riconducibili alla sicurezza urbana quali "l'intrattenersi anche solo per chiedere informazioni, con soggetti che esercitano l'attività di meretricio su strada, o che per l'atteggiamento, o per l'abbigliamento, o per il comportamento manifestano comunque l'intenzione di esercitare l'attività consistente in prestazioni sessuali".

Fin qui i giudici. Dal canto suo, il comitato ha tenuto subito a precisare, che, sulla base dell'ordinanza, le persone che hanno beccato una multa e che non l'hanno ancora pagata, possono fare opposizione al giudice di pace, citando appunto questa ordinanza del Tar.

Il sindaco, titolare di pieni poteri in materia, ricorda che a fine dicembre la seconda sezione del Tar Lazio si era espressa in modo opposto sull'ordinanza del sindaco Alemanno. «Era - sottolinea - di fatto identica alla nostra e ciò fa capire che in Italia c'è un problema che riguarda l'amministrazione della giustizia che è ancor più grave di quanto già fosse evidente. Ricorreremo al Consiglio di Stato perchè qualcuno ristabilisca un minimo di giustizia e di condotta uniforme da parte dei Tribunali amministrativi». 

Una guerra di carte bollate destinata a continuare.

 

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