sabato 17 gennaio 2009

Scintille sul patto di stabilità

POLITICA E BILANCI. Dopo che Tosi si è dichiarato disposto a non rispettare il tetto se servisse per realizzare il traforo, scoppia la polemica. An: «Non siamo d'accordo». Il sottosegretario Giorgetti: «La Giunta deve rispettarlo, il sindaco fa propaganda e parla a titolo personale»

Verona. Sta provocando una bufera politica, anche all'interno delle stesse forze della maggioranza, la presa di posizione del sindaco Flavio Tosi, che si è detto disposto a «sforare» il patto di stabilità pur di realizzare opere pubbliche come il traforo delle Torricelle. A tali dichiarazioni replica a muso duro il sottosegretario all'Economia e alle Finanze, Alberto Giorgetti. Il parlamentare veronese del Pdl è anche coordinatore veneto di Alleanza nazionale.

 

Il sindaco Flavio Tosi in municipio con il ministro Umberto Bossi

«Il sindaco, evidentemente», commenta, «parla a titolo personale, non a nome della maggioranza, perché un conto è la protesta per migliorare i conti degli enti locali, e questo ci vede impegnati tutti, un conto è la demagogia...». Giorgetti mette subito in chiaro: «L'eventuale decisione di sforare il patto di stabilità riguarda l'intera maggioranza, e noi non siamo d'accordo anche perché si ritorcerebbe contro i nostri concittadini. Il resto sono discorsi da leghista. Oltretutto», ribadisce l'esponente governativo, «le sanzioni per il mancato rispetto del patto finirebbero per arrecare ulteriori danni alla città». Per Giorgetti, la proposta di Tosi «va contro la legge e quindi», taglia corto, «non va avallata».

La presa di posizione del sindaco Tosi era nata dopo che il Parlamento aveva dato il via libera all'emendamento del decreto anticrisi che introduce per Roma una deroga al patto di stabilità. Grazie a questa legge, l'amministrazione capitolina ha ricevuto 500 milioni di euro. «Se la Regione Veneto impugnasse presso la Corte Costituzionale il provvedimento che ha stabilito una regola diversa per Roma», aveva commentato Tosi, «credo vincerebbe a mani basse perché questa discriminazione è inaccettabile: è come stabilire che la legge è uguale per tutti ma per qualcuno è più uguale che per gli altri e tutti i Comuni italiani, quale che sia il colore politico dell'amministrazione, non possono che percepirla come un colpo basso, uno schiaffo inaccettabile». E aveva aggiunto: «Se nel futuro mi dovessi trovare nella situazione di dover scegliere tra la possibilità di realizzare un'opera pubblica e l'impossibilità di realizzarla a causa del divieto di spendere le risorse necessarie, sceglierei di violare il patto di stabilità». Parole che hanno fatto infuriare il sottosegretario Giorgetti. «Siamo davanti a una chiara strumentalizzazione poiché la deroga per Roma è finanziata dal Fondo aggiuntivo per le aree del Mezzogiorno. I Comuni del Veneto, quindi, non hanno nulla di cui lamentarsi perché è il Sud che paga e questi 500 milioni», spiega, «sevono a far fronte alle esigenze della Capitale, la quale è obbligata a rientrare in tre anni dal debito di 10 miliardi di euro. Come si vede, quindi, non ci sono spese aggiuntive, né favoritismi nei confronti di Roma e neppure atti illegittimi». Per Giorgetti «la risposta più seria alle preoccupazioni del Nord sarà il federalismo fiscale, in vista del quale c'è un impegno complessivo del governo». Lo «strappo» di Tosi, secondo l'esponente di An, potrebbe, tuttavia, avere ripercussioni politiche in riva all'Adige. 

«Con queste uscite», esclama Giorgetti, «si vuole capitalizzare il consenso, ma la Lega deve fare attenzione a non forzare troppo la mano, perché le forzature non vanno bene, soprattutto a livello istituzionale». Il sottosegretario parla di «problema per la maggioranza» e invita a «lasciar perdere le strumentalizzazioni». 

E conclude con una provocazione: «Ci sono altri problemi da affrontare con maggior serenità». Quali? «Ci si dica qual è la reale situazione dei derivati. So che la responsabilità non è di questa amministrazione, ma il problema è stato sollevato dalla Corte dei Conti e non ne sappiamo nulla...». [FIRMA]

L’Arena - Enrico Santi


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