La deroga concessa a Roma sul patto di stabilità ha mandato su tutte le furie i sindaci leghisti. I primi cittadini dei comuni padani, capeggiati da Massimo Bitonci (sindaco di Cittadella e deputato), Flavio Tosi (sindaco di Verona), Giampaolo Gobbo (sindaco di Treviso), Massimo Giordano (sindaco di Novara), Attilio Fontata (sindaco di Varese), hanno interpretato così il provvedimento: «È un evidente autorizzazione morale per tutti i sindaci che hanno ben gestito i loro bilanci, erogando servizi di ottima qualità ai loro cittadini, a tenere lo stesso comportamento». Ma ieri a Roma erano presenti anche molti altri sindaci e amministratori locali della Lega Nord, tra cui Lanzarin, Montagnoli, Forcolin, Vanalli, Prevedini, Anelli, Galli, Shneck, Fontanini, Muraro, Carioni, Provera, Capelli, Saita, Maggi, Chiappori, Nunziante. Tutti determinati a battersi per sdoganare anche i propri territori dal patto di stabilità.
Domanda. Sindaco Bitonci, vi siete chiesti perché questa decisione di far decorrere per Roma il patto di stabilità dall’anno 2011, non suona come un azzeramento del passato?
Risposta. L’iter è passato in commissione dopo che è stato presentato dai relatori del Pdl. Noi della Lega ci siamo trovati in difficoltà per questa deroga che portava una modifica solo per Roma.
D. Si è trattato di un tiro mancino?
R. Direi proprio di sì.Noi abbiamo votato in commissione con senso di responsabilità per un provvedimento che contiene cose positive ma purtroppo anche questa deroga che riteniamo inaccettabile.
D. Che cosa farete ora?
R. Bisogna vedere se la deroga che vale per un solo comune sia costituzionale. Se abbia una valenza giuridica oppure no. Siamo dell’idea che la deroga debba valere anche per gli altri.
D. I paletti dovrebbero essere tolti per tutti?
R. No, ciò è impossibile. Diventa necessario dare ai comuni più elasticità e non punire i comuni virtuosi. Rivisitare il patto di stabilità.
D. Ma se ora tutti spendono ci sarà il tracollo della spesa pubblica?
R. Sono d’accordo. Tuttavia ci sono alcuni investimenti che sono bloccati non per dissesti dei comuni o soldi spesi male, ma soltanto perché non è stato rispettato il patto negli anni precedenti. Questo frena gli investimenti futuri, più che mai fondamentali per i comuni in questa fase di contrazione. Bisogna rimettere in moto gli investimenti territoriali, un’opera pubblica non significa buttare via i soldi. A riguardo esiste una norma presentata in senato che dà la possibilità, se c’è l’autorizzazione del ministero, di permettere gli investimenti per i comuni in regola col patto di stabilità.
D. Che c’entra Galan in questa vicenda?
R. Secondo lui io sarei stato il commissario che ha votato il patto di stabilità, quando invece sono stati quelli del Pdl che l’hanno presentata. La sua risposta è stata scomposta, fuori luogo e offensiva nei miei confronti. Valuterò se sporgere un’eventuale querela. Se il presidente della regione Veneto Giancarlo Galan è indignato perché il comune di Roma potrà sforare il patto di stabilità, si dimetta dalla carica dal momento che i promotori della legge pro-Roma sono tutti del Pdl. In commissione Bilancio ho trovato il maxiemendamento già confezionato, per questo motivo ho dovuto dare il mio voto favorevole. Se ne fosse stato presentato uno solamente per il comune di Roma, avrei chiaramente espresso la mia contrarierà. A Galan che punta il dito contro il governo ma poi attacca la Lega Nord, ricordo che sono stati due esponenti lombardi del Pdl a inserire la norma «salva-Roma». Se al presidente della regione Veneto non va bene la politica romana, abbia il coraggio di lasciare il Pdl»
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