«Crisi: il federalismo o si rischia la secessione»
«Non è una via auspicabile, ma bisogna far qualcosa per evitare la bancarotta»
Il sindaco Flavio Tosi al raduno leghista di Pontida
Gestirsi i soldi pubblici in casa propria, facendo restare sul territorio le tasse pagate. E avere la possibilità di spendere, per opere pubbliche e progetti, se i bilanci sono a posto. Il federalismo fiscale, dunque, come applicazione concreta e meccanismo premiante per le amministrazioni che gestiscono correttamente, per dare servizi e realizzare opere, i soldi pubblici. Arrivare alla riforma, quindi, è un passo irrinunciabile.
ACCELERARE. «Ma bisogna arrivarci davvero, al federalismo fiscale, altrimenti si rischia la secessione che ovviamente non è auspicabile, anche se una riforma strutturale del Paese per evitare gli sprechi dell’apparato burocratico è quanto mai necessaria, in questo momento di crisi economica», spiega il sindaco Flavio Tosi, «proprio per non andare in bancarotta. D’altra parte questa riforma è attesa anche dal mondo economico. Insomma, la situazione non deve degenerare».
PRIMA LO STATO. Il primo cittadino auspica quindi, di fronte alla crisi, «contromisure anzitutto da parte di chi governa, come appunto il federalismo fiscale, altrimenti si rischiano conflitti sociali, determinati appunto dalle difficoltà economiche dei cittadini. Se così non sarà, come accaduto anche in passato in altri Paesi europei, la crisi e i conflitti sociali porteranno a spaccature. È chiaro comunque, ribadisco, che è preferibile un percorso democratico, gestito dalla politica, per arrivare al federalismo».
KEBAB. Intanto, mentre l’amministrazione alza il tiro sulla possibilità di impiegare risorse economiche per opere pubbliche, come il passante nord delle Torricelle, e annuncia di chiedere deroghe al governo proprio in nome del “virtuosismo” nel far quadrare i conti, spunta in una città della Toscana, Lucca, un’ordinanza del sindaco che vieta di aprire nuovi locali che vendono kebab in centro storico. Quelli già aperti potranno restare, ma basta nuove licenze.
Ma Verona come giudica questa nuova ordinanza? «Ce la faremo mandare per esaminerla», dichiara Tosi, «anche se noi a Verona abbiamo percorso un’altra strada, in questo settore. Abbiamo avuto problemi con alcuni esercizi commerciali con autorizzazione a vendere cibo etnico, come i kebab, ma perché avevano creato disagi ai cittadini residenti o non erano a posto con le norme igienico-sanitarie».
Insomma, Verona non copierà Lucca? «La nostra polizia municipale svolge dei controlli, sugli esercizi gà aperti, eventualmente provvede a sanzionare le irregolarità, obbliga a mettere a norma le strutture, come del resto per qualsiasi esercizio commerciale che vende alimenti», conclude il sindaco, «e questo continueremo a fare, perché i risultati positivi ci sono e vengono riconosciuti».
AUTOBRENNERO. E il sindaco ha partecipato al vertice sull’A22 che si è tenuto in Camera di commercio con il presidente trentino Lorenzo Dellai. Prossimo presidente dell’A22 per completare il triennio sarà il trentino Paolo Duiella. È stato rinnovato il patto tra soci del sud e Verona ha chiesto di inserire nel piano degli investimenti il Traforo delle Torricelle, indipendentemente dall’eventuale «tesoretto» accantonato per il tunnel del Brennero.E.G.