sabato 31 gennaio 2009

Milano e Verona si alleano per l’Expo 2015

Siglato un protocollo per la ricettività e le iniziative turistiche 


I primi cittadini di Milano e di Verona, Letizia Moratti e Flavio Tosi, si sono incontrati nel capoluogo scaligero per firmare un protocollo d'intesa per realizzare delle sinergie tra le due città in vista dell'Expo nel 2015. La cooperazione riguarderà, in particolare, la ricettività, le iniziative turistiche e l’attività della Fondazione Arena. E’ slittata invece la nomina di Paolo Glisenti come amministratore delegato di Expo 2015, la società che gestirà l’esposizione universale in programma a Milano fra 6 anni. Nella riunione di oggi, infatti, il consiglio ha dovuto esaminare l’ipotesi che fosse necessario convocare un’assemblea degli azionisti per ricapitalizzare la società.


mercoledì 28 gennaio 2009

CONTI E POLITICA. Il sindaco Flavio Tosi rilancia su patto di stabilità e difficoltà finanziarie. Traforo, patto con l’A22

«Crisi: il federalismo o si rischia la secessione»

«Non è una via auspicabile, ma bisogna far qualcosa per evitare la bancarotta»

 

 

 

 

Il sindaco Flavio Tosi al raduno leghista di Pontida

Gestirsi i soldi pubblici in casa propria, facendo restare sul territorio le tasse pagate. E avere la possibilità di spendere, per opere pubbliche e progetti, se i bilanci sono a posto. Il federalismo fiscale, dunque, come applicazione concreta e meccanismo premiante per le amministrazioni che gestiscono correttamente, per dare servizi e realizzare opere, i soldi pubblici. Arrivare alla riforma, quindi, è un passo irrinunciabile.

ACCELERARE. «Ma bisogna arrivarci davvero, al federalismo fiscale, altrimenti si rischia la secessione che ovviamente non è auspicabile, anche se una riforma strutturale del Paese per evitare gli sprechi dell’apparato burocratico è quanto mai necessaria, in questo momento di crisi economica», spiega il sindaco Flavio Tosi, «proprio per non andare in bancarotta. D’altra parte questa riforma è attesa anche dal mondo economico. Insomma, la situazione non deve degenerare».

PRIMA LO STATO. Il primo cittadino auspica quindi, di fronte alla crisi, «contromisure anzitutto da parte di chi governa, come appunto il federalismo fiscale, altrimenti si rischiano conflitti sociali, determinati appunto dalle difficoltà economiche dei cittadini. Se così non sarà, come accaduto anche in passato in altri Paesi europei, la crisi e i conflitti sociali porteranno a spaccature. È chiaro comunque, ribadisco, che è preferibile un percorso democratico, gestito dalla politica, per arrivare al federalismo».

KEBAB. Intanto, mentre l’amministrazione alza il tiro sulla possibilità di impiegare risorse economiche per opere pubbliche, come il passante nord delle Torricelle, e annuncia di chiedere deroghe al governo proprio in nome del “virtuosismo” nel far quadrare i conti, spunta in una città della Toscana, Lucca, un’ordinanza del sindaco che vieta di aprire nuovi locali che vendono kebab in centro storico. Quelli già aperti potranno restare, ma basta nuove licenze.

Ma Verona come giudica questa nuova ordinanza? «Ce la faremo mandare per esaminerla», dichiara Tosi, «anche se noi a Verona abbiamo percorso un’altra strada, in questo settore. Abbiamo avuto problemi con alcuni esercizi commerciali con autorizzazione a vendere cibo etnico, come i kebab, ma perché avevano creato disagi ai cittadini residenti o non erano a posto con le norme igienico-sanitarie».

Insomma, Verona non copierà Lucca? «La nostra polizia municipale svolge dei controlli, sugli esercizi gà aperti, eventualmente provvede a sanzionare le irregolarità, obbliga a mettere a norma le strutture, come del resto per qualsiasi esercizio commerciale che vende alimenti», conclude il sindaco, «e questo continueremo a fare, perché i risultati positivi ci sono e vengono riconosciuti».

AUTOBRENNERO. E il sindaco ha partecipato al vertice sull’A22 che si è tenuto in Camera di commercio con il presidente trentino Lorenzo Dellai. Prossimo presidente dell’A22 per completare il triennio sarà il trentino Paolo Duiella. È stato rinnovato il patto tra soci del sud e Verona ha chiesto di inserire nel piano degli investimenti il Traforo delle Torricelle, indipendentemente dall’eventuale «tesoretto» accantonato per il tunnel del Brennero.E.G.

 

GUIDONIA, FERMATO BRANCO. FOLLA TENTA IL LINCIAGGIO


ROMA -  La fine dell'incubo arriva di notte, così come di notte era arrivato. Era di notte quando giovedì scorso una coppia di fidanzati viene aggredita con una ferocia mai vista, lei 21 anni viene violentata a turno da un gruppo di romeni che poco prima picchia selvaggiamente il suo fidanzato, lo immobilizza e lo chiude nel portabagagli da dove sente ogni frammento dello strazio della sua fidanzata. Da quella notte la cittadina di Guidonia, una delle più popolose del Lazio, che si trova proprio alle porte di Roma, sprofonda nell'abisso della paura. C'é un misto di terrore e rabbia che sfocerà poi anche in raid razzisti. Ma la scorsa notte le indagini dei carabinieri pongono fine a quell'incubo che sembrava non averne mai più. In sei vengono fermati, tutti giovani romeni. 

Il più piccolo del gruppo, 20 anni, alla fine confessa dopo una notte di interrogatori. Quattro di loro stavano tentando la fuga. Sembra che attraverso il nord d'Italia volessero raggiungere di nuovo il loro paese. La loro Bmw è stata bloccata ad un casello autostradale di Tivoli, da giovedì scorso presidiato dai carabinieri. Da quel momento l'indagine ha subito una svolta decisiva. In mano ai carabinieri del Comando provinciale di Roma, c'erano già diversi elementi che portavano alla banda. A cominciare dalle tracce lasciate dai due cellulari rubati alle vittime dell'aggressione fino ad un paio di intercettazioni e ad elementi certi come il Dna di almeno uno dei violentatori. Sono state giornate di indagini febbrili e senza sosta: il generale Vittorio Tomasone, comandante provinciale dei carabinieri di Roma, ha più volte sottolineato come l'inchiesta partiva da zero e che doveva essere svolta necessariamente con metodi antichi come l'intuizione e, naturalmente, con apporti supertecnologici. Ecco allora che ai carabinieri del Ros sono state affidate le intercettazioni e le localizzazioni dei telefoni cellulari, che anche da spenti hanno dato i segnali che servivano. 

A quelli del Ris invece sono spettate le indagini di laboratorio che anche stasera erano in corso su tutti gli elementi e le armi sequestrate la scorsa notte negli appartamenti dove sono scattati i blitz. Che non si dovesse cercare nei campi nomadi e nelle baracche, il generale Tomasone e i suoi uomini lo hanno capito fin dal primo momento. Per questo è scattata la ricerca di chi, in quella zona tra Tivoli e Guidonia, poteva commettere simili reati contando su appoggi di altre persone. Sono state giornate difficili soprattutto per contenere la rabbia degli abitanti dell'hinterland romano pronti "a farsi giustizia da soli". Soprattutto perché lo stupro brutale era avvenuto in un'escalation di violenza che aveva visto prima una giovane barista violentata durante una festa di Capodanno a Roma e poi una donna di 41 anni stuprata da due stranieri, nella zona di Primavalle, a Roma, mentre tornava a casa ed era appena scesa da un autobus. E la giornata di oggi dopo la notizia del fermo dei sei romeni, tutti incensurati e con un'età che varia dai 20 ai 23 anni, si è aperta con la dichiarazione in lacrime della ragazza stuprata a Guidonia: "E' la fine di un incubo, ringrazio i carabinieri". 

Per quattro dei sei romeni fermati sono scattate le accuse di violenza sessuale e rapina aggravata mentre per gli altri due quelle di favoreggiamento. All'uscita della stazione dei Carabinieri una folla di cittadini ha tentato di linciarli. Un modo probabilmente per sfogare una rabbia trattenuta per giorni interi. Appelli alla calma arrivano allora dal sindaco di Roma Gianni Alemanno e dagli stessi carabinieri. "Adesso torni la ragione e il senso della misura - ha detto il generale Tomasone - si risponde ai reati con la forza del diritto e dello Stato".

domenica 25 gennaio 2009

Immigrazione, la Lega: Maroni tenga duro, la gente è con lui


"Chiedo al ministro Maroni di tenere duro nella politica di rigore nei confronti dei clandestini. La stragrande maggioranza degli italiani e' con lui e anche gli abitanti di Lampedusa, costretti a sopportare un peso cosi' grande, dovrebbero capire che la soluzione prospettata dal ministro dell'Interno e' l'unica in grando di ridolvere una volta per tutti questa pesante situazione. Fino a quando gli immigrati penseranno che, una volta approdati a Lampedusa, sono arrivati in Europa, continueranno ad arrivare e gli abitanti di Lampedusa ne pagheranno le conseguenze. Se invece sopporteranno un sacrificio per qualche mese e passera' il principio per cui i clandestini dovranno tornarsene nel loro Paese, smetteranno di arrivare e l'isola sara' tranquilla per sempre". Lo dichiara il senatore della Lega Nord Roberto Castelli, sottosegretario di Stato al Ministero Infrastrutture e Trasporti.

A sostegno dell'azione del Viminale anche il presidente dei senatori leghisti: "Chi critica il ministro Maroni e allo stesso tempo chiede più sicurezza è in malafede. Bene dunque Maroni che ha deciso di cambiare rotta rispetto al passato rispondendo così ai cittadini che non vogliono più sentir parole ma vedere i fatti", afferma Federico Bricolo. "Noi - aggiunge - stiamo cambiando le cose con nuove regole per contrastare efficacemente l'immigrazione clandestina. Questo creerà ancora nuove polemiche ma ci interessa poco. Per quanto ci riguarda, i clandestini non devono entrare nel nostro Paese e quelli che ci sono devono essere rimpatriati".


CONTI IN ORDINE

«Il Veneto», ha affermato l’assessore regionale Sandro Sandri 

 

«Il Veneto», ha affermato l’assessore regionale Sandro Sandri nel suo intervento al convegno sulla sanità della Fondazione Toniolo, «vanta una situazione di eccellenza a livello nazionale e conti in ordine, ma siamo al 17° posto nella classifica delle regioni che ricevono risorse statali». Il «segreto» del successo veneto, ha aggiunto, «è l’integrazione tra popolazione e sistema amministrativo e sanitario, supportato da un diffuso volontariato».
Sandri ha ricordato la «battaglia vincente» delle Regioni «per evitare che le risorse da Roma vengano ulteriormente tagliate». E ha sottolineato il «tentativo fallito di scippo ai nostri danni a favore di altre Regioni che devono sanare enormi buchi di bilancio».
 

Al presidente dell’ospedale di Negrar che ha lamentato difficoltà nell’ottenere le risorse previste nel budget regionale, Sandri ha osservato che il Sacro Cuore «è il sesto ospedale del Veneto, per cui incide in modo considerevole sul bilancio regionale». Ma, ha aggiunto, «il dialogo è sempre stato fruttuoso». L’assessore regionale, infine, ha ricordato il proprio impegno, anche attraverso l’istituzione di un tavolo provinciale, «per migliorare i servizi e abbreviare i tempi delle liste d’attesa».

L’Arena - Sabato 24 Gennaio 2009 - pagina 14

 

venerdì 23 gennaio 2009

giovedì 22 gennaio 2009

mercoledì 21 gennaio 2009

martedì 20 gennaio 2009

Prostituzione in casa, in arrivola nuova ordinanza di Tosi

Il sindaco Tosi annuncia una nuova ordinanza contro il sesso a pagamento nelle abitazioni, che colpirà solo le prostitute e non i clienti, per disturbo continuato e conclamato

 


Il ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna

Verona. Una nuova ordinanza contro la prostituzione in appartamento. Ad annunciarla è Flavio Tosi, già più volte sotto i riflettori grazie a diversi provvedimenti restrittivi, l'ultimo dei quali contro la prostituzione in strada. Ora il primo cittadino rilancia con una nuova iniziativa contro il commercio del sesso anche nelle abitazioni: «E' un'altra ordinanza - ha spiegato ai microfoni della trasmissione televisiva Un mondo a colori, in onda domani notte su Rai Tre - che abbiamo pronta e credo usciremo la settimana prossima». Il nuovo provvedimento, ha sottolineato, colpirà soltanto la prostituta e non il cliente: «Nel momento in cui dai condomini arriva la segnalazione, la polizia municipale fa tutte le verifiche: se c'è un disturbo continuato e conclamato, allora si sanziona chi esercita quest'attività di disturbo, non il cliente che in teoria può entrare e uscire da un condominio, ma chi esercita questa attività di meretrice viene multata». «Quello della prostituzione al chiuso - suggerisce Tosi - è un problema che non riguarda Maroni, ma dovrà essere regolamentato dal ministro Carfagna. Serve una proposta concreta - aggiunge - perché io, come sindaco, mi trovo a dover fare delle ordinanze per tamponare un problema. Una norma nazionale lo risolverebbe. La gran parte delle norme fatte nel pacchetto sicurezza del ministro Maroni sono in effetti richieste dei sindaci che hanno segnalato problemi e proposto delle misure; la maggior parte sono state accolte». 

Per Tosi le competenze dei sindaci dovrebbero essere più ampie. Prima di tutto, suggerisce, i municipi potrebbero occuparsi dell'attribuzione dei permessi di soggiorno. Tosi propone infatti che «siano i comuni, in particolare i capoluoghi, a far fronte a questo tipo di domande. Noi l'organizzazione per poter far fronte ce l'avremmo tranquillamente e libereremmo poliziotti, che così potrebbero dedicarsi alla sicurezza. E' una delle idee che ci sentiamo di sposare». 


Nel Nord si moltiplicano le 'ordinanze creative' dei sindaci. All'indomani dell'invito rivolto ad agosto dal ministro dell'Interno Roberto Maroni ai sindaci italiani, ad essere 'creativi', l'Anci ha stimato che sono state emesse, in 152 comuni, 315 ordinanze, il 69% delle quali varate da sindaci del Nord. Tra le più contestate, quella del comune di Gerenzano (Varese), che ha istituito un numero a cui i residenti possono telefonare per segnalare la presenza di clandestini. A Brescia, il sindaco per far fronte al calo di nascite di bambini italiani, offre alle coppie italiane un bonus bebè di 1000 euro. Mentre a Padova, il sindaco Flavio Zanonato ha emesso un'ordinanza restrittiva di chiusura anticipata e il divieto di vendita degli alcolici a 12 esercizi gestiti da extracomunitari, in seguito a numerosi scontri avvenuti in città.

sabato 17 gennaio 2009

Scintille sul patto di stabilità

POLITICA E BILANCI. Dopo che Tosi si è dichiarato disposto a non rispettare il tetto se servisse per realizzare il traforo, scoppia la polemica. An: «Non siamo d'accordo». Il sottosegretario Giorgetti: «La Giunta deve rispettarlo, il sindaco fa propaganda e parla a titolo personale»

Verona. Sta provocando una bufera politica, anche all'interno delle stesse forze della maggioranza, la presa di posizione del sindaco Flavio Tosi, che si è detto disposto a «sforare» il patto di stabilità pur di realizzare opere pubbliche come il traforo delle Torricelle. A tali dichiarazioni replica a muso duro il sottosegretario all'Economia e alle Finanze, Alberto Giorgetti. Il parlamentare veronese del Pdl è anche coordinatore veneto di Alleanza nazionale.

 

Il sindaco Flavio Tosi in municipio con il ministro Umberto Bossi

«Il sindaco, evidentemente», commenta, «parla a titolo personale, non a nome della maggioranza, perché un conto è la protesta per migliorare i conti degli enti locali, e questo ci vede impegnati tutti, un conto è la demagogia...». Giorgetti mette subito in chiaro: «L'eventuale decisione di sforare il patto di stabilità riguarda l'intera maggioranza, e noi non siamo d'accordo anche perché si ritorcerebbe contro i nostri concittadini. Il resto sono discorsi da leghista. Oltretutto», ribadisce l'esponente governativo, «le sanzioni per il mancato rispetto del patto finirebbero per arrecare ulteriori danni alla città». Per Giorgetti, la proposta di Tosi «va contro la legge e quindi», taglia corto, «non va avallata».

La presa di posizione del sindaco Tosi era nata dopo che il Parlamento aveva dato il via libera all'emendamento del decreto anticrisi che introduce per Roma una deroga al patto di stabilità. Grazie a questa legge, l'amministrazione capitolina ha ricevuto 500 milioni di euro. «Se la Regione Veneto impugnasse presso la Corte Costituzionale il provvedimento che ha stabilito una regola diversa per Roma», aveva commentato Tosi, «credo vincerebbe a mani basse perché questa discriminazione è inaccettabile: è come stabilire che la legge è uguale per tutti ma per qualcuno è più uguale che per gli altri e tutti i Comuni italiani, quale che sia il colore politico dell'amministrazione, non possono che percepirla come un colpo basso, uno schiaffo inaccettabile». E aveva aggiunto: «Se nel futuro mi dovessi trovare nella situazione di dover scegliere tra la possibilità di realizzare un'opera pubblica e l'impossibilità di realizzarla a causa del divieto di spendere le risorse necessarie, sceglierei di violare il patto di stabilità». Parole che hanno fatto infuriare il sottosegretario Giorgetti. «Siamo davanti a una chiara strumentalizzazione poiché la deroga per Roma è finanziata dal Fondo aggiuntivo per le aree del Mezzogiorno. I Comuni del Veneto, quindi, non hanno nulla di cui lamentarsi perché è il Sud che paga e questi 500 milioni», spiega, «sevono a far fronte alle esigenze della Capitale, la quale è obbligata a rientrare in tre anni dal debito di 10 miliardi di euro. Come si vede, quindi, non ci sono spese aggiuntive, né favoritismi nei confronti di Roma e neppure atti illegittimi». Per Giorgetti «la risposta più seria alle preoccupazioni del Nord sarà il federalismo fiscale, in vista del quale c'è un impegno complessivo del governo». Lo «strappo» di Tosi, secondo l'esponente di An, potrebbe, tuttavia, avere ripercussioni politiche in riva all'Adige. 

«Con queste uscite», esclama Giorgetti, «si vuole capitalizzare il consenso, ma la Lega deve fare attenzione a non forzare troppo la mano, perché le forzature non vanno bene, soprattutto a livello istituzionale». Il sottosegretario parla di «problema per la maggioranza» e invita a «lasciar perdere le strumentalizzazioni». 

E conclude con una provocazione: «Ci sono altri problemi da affrontare con maggior serenità». Quali? «Ci si dica qual è la reale situazione dei derivati. So che la responsabilità non è di questa amministrazione, ma il problema è stato sollevato dalla Corte dei Conti e non ne sappiamo nulla...». [FIRMA]

L’Arena - Enrico Santi


venerdì 16 gennaio 2009

Prostituzione, Tosi non si arrende
Da oggi c'è la nuova ordinanza

 

Controlli anti prostituzione dei carabinieri lungo la provinciale 11

Venezia. È in vigore da oggi a Verona la nuova ordinanza contro la prostituzione di strada. Il sindaco Flavio Tosi, infatti, ha firmato stamani il provvedimento, adottato per ripristinare le sanzioni che avevano di fatto eliminato la prostituzione di strada dalle vie cittadine, dopo che la terza sezione del Tar Veneto nei giorni scorsi aveva sospeso l’efficacia di quella del 2 agosto 2008. «La nuova ordinanza - ricorda Tosi - contiene solo modifiche formali rispetto alla precedente e prevede la multa anche per le prostitute che si rendano responsabili di atteggiamenti indecenti o indecorosi, misure adottate anche dal Comune di Roma e convalidate da una sentenza del Tar del Lazio». Il provvedimento avrà efficacia su tutto il territorio comunale.

Annunziata vs Santoro

giovedì 15 gennaio 2009

Bitonci (Lega) sulla deroga per Roma nel patto di stabilità: “Ora bisognerà permettere gli investimenti anche in Padania”

La deroga concessa a Roma sul patto di stabilità ha mandato su tutte le furie i sindaci leghisti. I primi cittadini dei comuni padani, capeggiati da Massimo Bitonci (sindaco di Cittadella e deputato), Flavio Tosi (sindaco di Verona), Giampaolo Gobbo (sindaco di Treviso), Massimo Giordano (sindaco di Novara), Attilio Fontata (sindaco di Varese), hanno interpretato così il provvedimento: «È un evidente autorizzazione morale per tutti i sindaci che hanno ben gestito i loro bilanci, erogando servizi di ottima qualità ai loro cittadini, a tenere lo stesso comportamento». Ma ieri a Roma erano presenti anche molti altri sindaci e amministratori locali della Lega Nord, tra cui Lanzarin, Montagnoli, Forcolin, Vanalli, Prevedini, Anelli, Galli, Shneck, Fontanini, Muraro, Carioni, Provera, Capelli, Saita, Maggi, Chiappori, Nunziante. Tutti determinati a battersi per sdoganare anche i propri territori dal patto di stabilità.

Domanda. Sindaco Bitonci, vi siete chiesti perché questa decisione di far decorrere per Roma il patto di stabilità dall’anno 2011, non suona come un azzeramento del passato?

Risposta. L’iter è passato in commissione dopo che è stato presentato dai relatori del Pdl. Noi della Lega ci siamo trovati in difficoltà per questa deroga che portava una modifica solo per Roma.

D. Si è trattato di un tiro mancino?

R. Direi proprio di sì.Noi abbiamo votato in commissione con senso di responsabilità per un provvedimento che contiene cose positive ma purtroppo anche questa deroga che riteniamo inaccettabile.


D. Che cosa farete ora?

R. Bisogna vedere se la deroga che vale per un solo comune sia costituzionale. Se abbia una valenza giuridica oppure no. Siamo dell’idea che la deroga debba valere anche per gli altri.


D. I paletti dovrebbero essere tolti per tutti?

R. No, ciò è impossibile. Diventa necessario dare ai comuni più elasticità e non punire i comuni virtuosi. Rivisitare il patto di stabilità.

 

D. Ma se ora tutti spendono ci sarà il tracollo della spesa pubblica?

R. Sono d’accordo. Tuttavia ci sono alcuni investimenti che sono bloccati non per dissesti dei comuni o soldi spesi male, ma soltanto perché non è stato rispettato il patto negli anni precedenti. Questo frena gli investimenti futuri, più che mai fondamentali per i comuni in questa fase di contrazione. Bisogna rimettere in moto gli investimenti territoriali, un’opera pubblica non significa buttare via i soldi. A riguardo esiste una norma presentata in senato che dà la possibilità, se c’è l’autorizzazione del ministero, di permettere gli investimenti per i comuni in regola col patto di stabilità.


D. Che c’entra Galan in questa vicenda?

R. Secondo lui io sarei stato il commissario che ha votato il patto di stabilità, quando invece sono stati quelli del Pdl che l’hanno presentata. La sua risposta è stata scomposta, fuori luogo e offensiva nei miei confronti. Valuterò se sporgere un’eventuale querela. Se il presidente della regione Veneto Giancarlo Galan è indignato perché il comune di Roma potrà sforare il patto di stabilità, si dimetta dalla carica dal momento che i promotori della legge pro-Roma sono tutti del Pdl. In commissione Bilancio ho trovato il maxiemendamento già confezionato, per questo motivo ho dovuto dare il mio voto favorevole. Se ne fosse stato presentato uno solamente per il comune di Roma, avrei chiaramente espresso la mia contrarierà. A Galan che punta il dito contro il governo ma poi attacca la Lega Nord, ricordo che sono stati due esponenti lombardi del Pdl a inserire la norma «salva-Roma». Se al presidente della regione Veneto non va bene la politica romana, abbia il coraggio di lasciare il Pdl»

 

Ripristinata la detrazione fiscale del 55%

La Camera ha approvato con voto di fiducia la conversione in legge del DL 185/2008 anticrisi.
Confermato l’articolo 29, relativo alla detrazione del 55% delle spese per la riqualificazione energetica degli edifici, nella versione emendata dalle Commissioni Bilancio e Finanze.

Dietrofront del governo sulla detrazione fiscale. Tutto torna come prima o quasi. Almeno per i prossimi due anni verrà mantenuto il 55% e soprattutto il suo impatto visto che non ci saranno più limiti di spesa annuali, come quelli indicati nel decreto 185/08.
In allegato il testo degli emendamenti apportati all’articolo 29 del decreto 185 (con la versione originale), il cosiddetto decreto “anti-crisi”, che tratta appunto della detrazione fiscale del 55% per interventi di riqualificazione energetica dell’edificio. Il testo è quello approvato dalle Commissioni riunite di Bilancio e Finanza della Camera. L’esame in aula è iniziato lunedì e dovrà poi passare al Senato. Il Governo ha richiesto la fiducia sul provvedimento che resterà quindi pressoché immutato, scatenando le critiche delle opposizione e dello stesso Presidente della Camera dei Deputati.

domenica 11 gennaio 2009

SONDAGGIO. La verifica effettuata dalla società di Mannheimer ha riguardato le città medie


Sindaci, Tosi piace a otto veronesi su dieci


Secondo posto nella classifica del gradimento, lo precede il collega di Parma Vignali. «Sprone a fare ancora meglio»

Il sindaco delle città di medie dimensioni è bene accetto dai propri cittadini. È questo il primo dato che emerge da un sondaggio della società Ispo del professor Renato Mannheimer, che ha messo a confronto il gradimento della popolazione rispetto ai primi cittadini di Frosinone, Parma, Verona e Taranto.

Ed è il sindaco di Parma, Pietro Vignali, ad aver ottenuto il dato più alto (l’82%) dei giudizi positivi da parte di chi amministra. Al secondo posto il sindaco di Verona, Flavio Tosi (con il 79%), poi quelli di Taranto, Ippazio Stefano (con il 63%), e di Frosinone, Michele Marini (50%).

 

Il sindaco Flavio Tosi (a sinistra) con il collega di Parma Pietro Vignali: il secondo e il primo ...

 

La ricerca - con un campione rappresentativo della popolazione italiana in età adulta per sesso, età, titolo di studio, condizione professionale, area geografica, ampiezza del comune di residenza - è stata realizzata il 19 e 20 dicembre 2008 e il 7 e l’8 gennaio 2009.
Alla domanda se si votasse domani per il sindaco del proprio comune, il 66% ha dato la preferenza per Verona a Flavio Tosi (contro il 14% favorevole a Paolo Zanotto); il 64% si è espresso a favore di Pietro Vignali a Parma (il 20% ad Alfredo Peri); per Taranto il 41% ha scelto Ippazio Stefano (solo il 18% Giovanni Florido) e infine il 27% ha scelto Michele Marini a Frosinone (contro il 12% per Adriano Piacentini) Un’altra domanda riguardava il paragone rispetto a 5 anni fa.

Per Parma, il 33% ha detto di trovarsi meglio o molto meglio, un dato che per Verona scende al 32%, per Frosinone al 16% e per Taranto al 13%.

Soddisfazione è stata espressa dal sindaco Tosi per l’esito del sondaggio Ispo sul gradimento della popolazione nei confronti dei sindaci di alcune città medie. «È uno sprone a fare ancor meglio in futuro», ha detto Tosi.

«Pur non conoscendo nei dettagli l’ampiezza del sondaggio», commenta Tosi, «non posso che essere soddisfatto per il fatto che esprime un gradimento molto notevole da parte dei miei concittadini per il nostro operato.

Credo infatti che la soddisfazione dei cittadini sia merito anche di tutta una giunta, che è abituata a lavorare stando in mezzo alla gente per verificarne sempre le istanze e le esigenze. Continueremo ad avere uno stretto rapporto con i concittadini».


sabato 10 gennaio 2009

L'Arena - Prostituzione, il Tar stoppa Tosi

Il Tribunale amministrativo del Veneto ha accolto il ricorso contro il provvedimento del Comune che prevedeva multe fino a 500 euro. Due censure dei giudici. Il sindaco: «Aberrante» Soddisfatto invece il Comitato di Pia Covre.


Verona. «Una sentenza aberrante che legittima la prostituzione a riappropriarsi delle vie cittadine». Così il sindaco Flavio Tosi ha commentato a caldo l'accoglimento, da parte della Terza sezione del Tar Veneto (presidente Angelo De Zotti, relatore Marco Buricelli ed estensore Stefano Mielli), del ricorso contro l'ordinanza che prevedeva una multa fino a 500 euro per coloro che venivano colti nell'atto di contrattare prestazioni sessuali in strada. 


I carabinieri ascoltano le proteste delle donne arrivate a Marzana, dopo aver tentato inutilmente di farsi ricevere in municipio FOTO MARCHIORI

«Non appena leggeremo le motivazioni della sospensiva», ha spiegato Tosi, «ripresenteremo un'ordinanza sostanzialmente identica nei contenuti anche perchè il provvedimento aveva dimostrato la sua efficacia facendo sparire quasi completamente la prostituzione dalle strade veronesi». 

«Soddisfazione» è stata invece espressa dal Comitato, per questa sospensiva. «Finalmente», ha affermato Pia Covre, una delle fondatrici e promotrice del ricorso, «uno spiraglio di giustizia. La sospensiva dell'ordinanza (di cui pubblichiamo qui qualche stralcio ndr) significa che i giudici hanno reputato fondato il nostro ricorso e che c'è qualcosa di effettivamente sbagliato nell'operato del sindaco».

Ma cos'hanno scritto i giudici della Terza sezione nella loro ordinanza (e non sentenza ndr), dopo aver ascoltato gli avvocati delle parti rappresentate in giudizio? «Il ricorso», scrivono i giudici, con il consueto linguaggio aulico (a pagina 3) apparre sorretto da elementi di fondatezza in relazione alla censura con la quale la parte ricorrente (il Comitato per i diritti civili appunto) lamenta che l'attività riguardante le prestazioni sessuali a pagamento è stata vietata e sanzionata, prescindendo dall'accertamento di situazioni specifiche e localizzate, riferibili all'esigenza di tutela della sicurezza urbana, indiscriminatamente su tutto il territorio comunale». Secondo i giudici del Tar, infatti, l'ordinamento vigente non consente la repressione di per sè dell'esercizio dell'attività riguardante le prestazioni sessuali a pagamento, (pagina 4) prescindendo dalla rilevanza che tale attività possa assumere sotto altri profili, autonomamente sanzionalibili, per le modalità con cui è svolta o per la concreta lesione di interessi riconducibili alla sicurezza urbana. In secondo luogo, secondo i giudici, appare fondata anche l'altra censura con la quale i ricorrenti lamentano il fatto che sono vietate su tutto il territorio comunale senza limiti, anche condotte che possono risultare in concreto non lesive di interessi riconducibili alla sicurezza urbana quali "l'intrattenersi anche solo per chiedere informazioni, con soggetti che esercitano l'attività di meretricio su strada, o che per l'atteggiamento, o per l'abbigliamento, o per il comportamento manifestano comunque l'intenzione di esercitare l'attività consistente in prestazioni sessuali".

Fin qui i giudici. Dal canto suo, il comitato ha tenuto subito a precisare, che, sulla base dell'ordinanza, le persone che hanno beccato una multa e che non l'hanno ancora pagata, possono fare opposizione al giudice di pace, citando appunto questa ordinanza del Tar.

Il sindaco, titolare di pieni poteri in materia, ricorda che a fine dicembre la seconda sezione del Tar Lazio si era espressa in modo opposto sull'ordinanza del sindaco Alemanno. «Era - sottolinea - di fatto identica alla nostra e ciò fa capire che in Italia c'è un problema che riguarda l'amministrazione della giustizia che è ancor più grave di quanto già fosse evidente. Ricorreremo al Consiglio di Stato perchè qualcuno ristabilisca un minimo di giustizia e di condotta uniforme da parte dei Tribunali amministrativi». 

Una guerra di carte bollate destinata a continuare.

 

venerdì 9 gennaio 2009

Università: Gelmini, "ora si cambia, più giovani e più merito"


ROMA. Approvato alla Camera in via definitiva questa mattina il decreto sull'Università. Soddisfatta il ministro Gelmini. «Da oggi si cambia».
Secondo il ministro adesso verrà «valorizzato il merito, premiati i giovani, affermata la gestione virtuosa degli atenei e introdotta più trasparenza nei concorsi all'Università per diventare professori o ricercatori». Da questi «3 pilastri», ha assicurato Gelmini, «non si potrà prescindere».
Ecco le principali modifiche: per quanto riguarda la trasparenza nei concorsi «le commissioni che giudicheranno gli aspiranti professori universitari di prima e seconda fascia saranno composte, a differenza di quanto accadeva fino ad ora, da 4 professori sorteggiati da un elenco di commissari eletti a loro volta da una lista di ordinari del settore scientifico disciplinare oggetto del bando e da 1 solo professore ordinario nominato dalla facoltà che ha richiesto il bando. Si evita così il rischio di predeterminare l'esito dei concorsi e si incoraggia un più ampio numero di candidati a partecipare». 
Novità in vista anche per il reclutamento dei ricercatori: «in attesa di un riordino organico del sistema di reclutamento dei ricercatori universitari le commissioni che giudicheranno i candidati al concorso saranno composte da 1 professore associato nominato dalla facoltà che richiede il bando e da 2 professori ordinari sorteggiati da una lista di commissari eletti tra i professori appartenenti al settore disciplinare oggetto del bando. La valutazione dei candidati avverrà secondo parametri riconosciuti anche in ambito internazionale».
Si cambia anche per le assunzioni: «le università con una spesa per il personale troppo elevata (più del 90% dello stanziamento statale) non potranno effettuare nuove assunzioni. La norma pone un freno alle gestioni finanziarie non adeguate di alcune università (soprattutto nel rapporto entrate-uscite). Da oggi le università che spendono più del 90% dei finanziamenti statali (Fondo di Finanziamento Ordinario) in stipendi non potranno bandire concorsi per docenti, ricercatori o personale amministrativo».
Poi ancora più finanziamenti (cioè il 7% del Fondo del Finanziamento Ordinario e del Fondo Straordinario della Finanziaria 2008) saranno distribuiti alle Università migliori: quelle con offerta formativa, con qualità della ricerca scientifica, qualità, efficacia ed efficienza delle sedi didattiche migliori. Inoltre per la prima volta in Italia «tutti gli aventi diritto avranno la borsa di studio. L'incremento di 135 milioni di euro sarà destinato ai ragazzi capaci e meritevoli, privi di mezzi economici. 180 mila ragazzi oggi sono idonei a ricevere la borsa di studio e l'esonero dalle tasse universitarie, ma solo 140.000 li ottengono di fatto già oggi. 65 milioni di euro sono stanziati per nuove strutture per il 2009: 1700 posti letto in più per studenti universitari. Saranno realizzati progetti per le residenze universitarie». 


giovedì 8 gennaio 2009

Giovani picchiati a Verona: Tosi

“Un’aggressione brutale, stupida, immotivata e ancor più grave e vile perché ai danni anche di una ragazza. Tutta la solidarietà mia e dell’intera città alle vittime dell’aggressione”. 

Questo il commento del Sindaco Flavio Tosi sul pestaggio di due giovani avvenuto in città nella notte tra sabato 3 e domenica 4 gennaio, da parte di un gruppo di sedicenti tifosi dell’Hellas Verona, probabilmente appartenenti ad un’area dell’estrema destra. “Evidentemente – ha aggiunto – per i protagonisti del pestaggio non sono state una lezione sufficiente le conseguenze mortali del pestaggio del povero Nicola Tommasoli.

Mi aspetto un’azione dura da parte della magistratura che vada a punire con la massima severità i responsabili per stroncare una volta per tutte questo genere di violenze che non solo danneggiano l’immagine della città, ma anche quella della stessa tifoseria dell’Hellas Verona, omologando migliaia di persone a pochi criminali violenti".

lunedì 5 gennaio 2009

Bossi minacciato: Attentato alla sede della Lega Nord

Incendio doloso alla sede della Lega Nord di Gemonio, paese di residenza di Umberto Bossi, destinatario anche di insulti e minacce di morte scritte sui muri. Ignoti hanno appiccato il fuoco alla porta d’ingresso della sede situata all’incrocio tra via Jemoli e via Marsala, in zona detta Il Cairo. 
Per appiccare le fiamme pare sia stato utilizzato uno straccio imbevuto di liquido infiammabile. Poco più lontano, in via Verbano, a due passi dalla piazza principale e sulla quale si affaccia l’ingresso della villa dove abita il ministro per le Riforme, è comparsa una scritta vergata con dello spray blu. Vi si legge, in stampatello «A morte Bossi + i secessionisti». Sul posto per le indagini sono arrivati i carabinieri. È il secondo atto incendiario contro la sede della Lega Nord di Gemonio e precedentemente era anche stato bruciato lo zerbino davanti a villa Bossi. I carabinieri hanno acquisito le registrazioni delle telecamere di sorveglianza della villa nella speranza di risalire agli autori.

LA STAMPA: Stretta sulle squillo d'appartamento. A Verona il pugno duro del sindaco

Ordinanza anti-prostituzione di Tosi, continua la battaglia contro le lucciole «Le abbiamo già cacciate dalla strada»
Flavio Tosi, 39 anni, sindaco di Verona dal 2007

VERONA
La lotta alla prostituzione si arricchisce di un nuovo capitolo. È già pronta ed entrerà in vigore a breve un’ordinanza del sindaco di Verona, Flavio Tosi, contro le squillo che esercitano in casa.

Nel giugno del 2007 fu Padova a assumere, prima in Veneto, provvedimenti anti-prostituzione varando le multe per i clienti. Ma è stata Verona, poche settimane dopo, a trasformare quelle prime ordinanze in un’autentica battaglia anti racket e anti lucciole. Tosi lo aveva promesso in campagna elettorale e ne ha fatto un punto d’orgoglio. Da due anni a Verona la lotta alla prostituzione non conosce soluzione di continuità grazie anche a nuove sentenze della Cassazione e dai provvedimenti governativi che hanno permesso ai sindaci di dotarsi di strumenti particolarmente incisivi. «Il Decreto Sicurezza del ministro Maroni- aveva gioito Tosi dopo il varo- è una norma importante, introdotta dal ministro proprio su nostra richiesta, perchè amplia il potere dei sindaci in materia di sicurezza urbana, consentendo di emanare provvedimenti più incisivi ed efficaci rispetto al fenomeno da contrastare». 

In pochi mesi nel Comune scaligero sono spuntate le sanzioni per intralcio al traffico destinate agli automobilisti che premono sul freno per contrattare una prestazione, le aree off-limits, le limitazioni orarie alla circolazione degli autoveicoli e l’aumento delle multe ai clienti passate dall’agosto scorso da 47 a 500 euro. Tutte misure che- secondo Tosi- hanno praticamente cancellato il fenomeno. «A Verona– ha detto – con le contravvenzioni da 500 euro ai clienti, la prostituzione di strada dopo qualche decina di multe è praticamente scomparsa». Ora inizia la seconda parte del piano. Quella che nei piani del sindaco colpirà la parte «meno visibile» del fenomeno «ma che provoca ancora problemi» soprattutto a causa del «degrado» e della «mancanza di controlli sanitari». Infine, è il pensiero del primo cittadino leghista, «c’è da considerare l’aspetto fiscale, perché la prostituzione è un’ attività che produce un reddito molto alto senza tassazione alcuna. Esiste inoltre il concreto pericolo che la prostituzione d’appartamento, se non verrà regolamentata, possa esser controllata da racket di malavitosi». Dice Tosi: «Dopo averle allontanate dalla strada ora vogliamo colpire anche le prostitute, e sono molte, che esercitano in casa». 

L’ordinanza, precisa, andrà a sanzionare chi crea disturbo nei condomini. Per Tosi la strada delle ordinanze comunali è quella che per ora permette maggiore autonomia ai Comuni. Già qualche settimana fa lo stesso esponente del Carroccio aveva ricordato che «finchè non ci sarà una norma nazionale che regola il fenomeno della prostituzione, le amministrazioni comunali non potranno fare altro che tentare di arginare il problema utilizzando i pochi strumenti a loro disposizione. Sono interventi-tampone che non risolvono certo il problema della prostituzione e del degrado connesso ma sono provvedimenti che ci auguriamo servano a rendere il fenomeno della prostituzione meno gravoso sulla cittadinanza». 

sabato 3 gennaio 2009

Arvedi, bollettino medico di venerdì 2 gennaio


Il patron è cosciente, ma la situazione clinica generale rimane molto delicata


VERONA - Si riporta di seguito il bollettino medico sulle condizioni del patron dell’Hellas Verona Pietro Arvedi diramato venerdì 2 gennaio:


"Il Signor Pietro Arvedi ha ben sopportato l’intervento neurochirurgico alla colonna dorsale effettuato mercoledì. E’ cosciente e riesce ad avere un minimo contatto coi familiari benchè la possibilità di movimenti sia molto limitata. La situazione respiratoria è critica e richiede in modo continuativo il supporto ventilatorio meccanico. La situazione clinica generale rimane molto delicata."

  

Francesco Procaccio

Direttore Reparto Terapia Intensiva Neurochirurgica

Azienda Ospedaliero-Universitaria di Verona

Fonte della notizia: www.hellasverona.it

venerdì 2 gennaio 2009

Tosi saluta il 2009 tuffandosi nel Garda

BAGNO FUORI STAGIONE. A Brenzone una trentina di temerari ha sfidato i sei gradi e mezzo del lago per continuare una tradizione che dura ormai da ventun anni 

Il sindaco: «La temperatura dell'acqua mai così bassa» E tra le priorità del 2009 mette il traforo e il filobus

 

Brenzone. Un tiepido sole ha salutato la trentina di audaci che sprezzanti della temperatura tutt'altro che caraibica ha deciso di salutare nel primo pomeriggio del primo dell'anno l'arrivo del 2009Una tradizione che si consuma da ventun anni a Brenzone nello specchio d'acqua antistante il municipio di Magugnano e che anche questa volta ha visto tra i protagonisti Flavio Tosi. Il primo cittadino, originario di Borago piccola frazione dell'entroterra di Brenzone, secondo un copione ormai collaudato, si è presentato al molo seguito come un'ombra dall'intabarrato autista Idelmo e pedinato a vista dal responsabile comunicazione Roberto Bolis. Per l'occasione sfoggiava un nuovo costume rispetto a quello esibito l'anno scorso: «I miei assessori mi hanno fatto vedere le foto del 2008 e consigliato caldamente di cambiare modello», ha commentato prima di tuffarsi nel Garda seguito dagli inseparabile fratelli Luigi e Giannantonio Sartori, i macellai del paese, e da Danilo Donatini. In pratica gli organizzatori di una manifestazione nata per scherzo tra amici e diventata appuntamento di rilievo come dimostra anche la presenza del sindaco di Brenzone, Giacomo Simonelli, e dell'assessore di An Davide Benedetti che, a differenza del primo cittadino, ha dato l'esempio rimanendo in mutande e tuffandosi nel lago con un cappellino natalizio dall'inedito coloro verde. Tanti i genti spontanei sorti per l'occasione, come il siparietto tra il produttore Michele Calì e Tosi, entrambi compagni di squadra dell'Atletico Rio Valli.

Da consumato professionista Calì, davanti alle telecamere, ha consegnato al primo cittadino scaligero un scaldino da usare appena fuori dall'acqua. Poco lontano ad osservare la scena con divertimento ma sano pragmatismo l'assessore regionale alla sanità Sandro Sandri. «Sono qui per vegliare sulla salute di tutti e non per emulare le gesta dei bagnanti. Si lo so che anche da assessore alla sanità Tosi si tuffò nel Garda ma fino a prova contraria lui ha quasi vent'anni meno di me», svincola Sandri prima di raggiungere l'assessore provinciale Luca Coletto anche lui in veste di «curioso» al pari dall'assessore di Malcesine Livio Concini. Per la cronaca la temperatura dell'acqua, al momento del bagno fuori stagione, registrava 6,5 gradi sopra lo zero, decisamente più bassa rispetto ai dieci dell'anno precedente.

E questo non per il gesto «sconsiderato» di uno dei fratelli Sartori che prima del via ufficiale del tuffo nel Benaco ha lanciato in acqua una piccola lastra di ghiaccio. Tre minuti, anche meno, di nuotata e poi per tutti il rapido rientro a riva a scaldarsi con un ottimo vin brulè. «Mai stata cosi fredda l'acqua», ammette Tosi che nega, forse anche per la presenza della moglie Stefania nascosta tra la folla, di aver preso l'anno scorso la febbre per via del tuffo augurale nel Garda. «Sono stato a letto per un attacco influenzale ma era il 5 gennaio e quindi i due fatti non hanno correlazione». Sarà intanto prima di gettarsi nel Benaco Tosi aveva individuato le priorità amministrative per il nuovo anno. «Contiamo di sbloccare opere pubbliche importanti come il traforo delle Torricelle, la 434 a Basso Acquar e partire con il Filobus. Ci aspetta un 2009 duro anche se l'augurio è che sia meno pesante di quello prospettato e per questo avremmo un occhio di riguardo al sociale».

Il futuro di Tosi è in regione? «Intanto facciamo il sindaco poi si vedrà». 

L’Arena - Stefano Joppi