domenica 2 novembre 2008

L'Arena - sabato 01 novembre 2008 cronaca pag. 9

IL VERTICE. A margine dell’incontro che si è svolto a Garda tra il ministro e i sindaci del lago, il responsabile dell’Interno ha anticipato a Tosi alcune novità

Maroni manda i rinforzi a Verona
FLAVIO TOSI

di Enrico Giardini

Nei primi mesi del prossimo anno arriveranno in città altri poliziotti, una prima «tranche» dei 60 agenti in più delle forze dell’ordine — fra polizia, carabineri e Guardia di finanza — chiesti al governo dal sindaco Flavio Tosi per tutelare sicurezza e ordine pubblico. E da febbraio in poi, scaduta la fase sperimentale di sei mesi con pattuglie miste con poliziotti, carabinieri e vigili urbani, i militari potranno operare anche autonomamente nel pattugliare la città.
Le rassicurazioni arrivano a Tosi dal ministro degli Interni, Roberto Maroni, e dal capo della polizia, Antonio Manganelli, che il sindaco, con il prefetto Italia Fortunati, ha incontrato a Garda al lancio del Patto per la sicurezza per il comprensorio lacustre veronese, trentino e bresciano. Un patto che punta a coordinare al meglio il lavoro delle forze dell’ordine nel Gardesano.
DUE FASI. Secondo quanto hanno riferito Maroni e Manganelli a Tosi e al prefetto — a Garda c’erano anche il questore Vincenzo Stingone, il comandante provinciale dei carabinieri Claudio Cogliano, quello della Guardia di finanza Giuseppe Magliocco e quello della polizia municipale, Luigi Altamura — entro qualche settimana arriveranno altri poliziotti, in forma provvisoria. La soluzione privilegiata dal governo è infatti quella di destinare gli agenti in più fra quelli nuovi formati, appunto a inizio 2009, dalla scuola di polizia, che ha sede a Peschiera.
Quanto all’esercito in pattuglia, Maroni prospetta dunque tempi celeri per renderlo autonomo. «Il Comune di Verona ha già messo a disposizione 400mila euro, introitati dalla prefettura che li impiegherà per acquistare mezzi per le forze dell’ordine», spiega Tosi, ribadite le sue richieste a Maroni, «dopo aver stabilito al Comitato provinciale per la sicurezza quale fosse il numero di agenti delle forze dell’ordine necessari al nostro territorio. Chiedendo appunto, in cambio del nostro impegno, 60 nuovi agenti».
[\FIRMA]CARTA DI PARMA. Intanto, a margine del vertice con i sindaci dei Comuni gardesani — padrone di casa quello di Garda, Davide Bendinelli — a cui hanno partecipato anche il sottosegretario alle riforme Aldo Brancher e la senatrice Cinzia Bonfrisco, di Forza Italia — Maroni assicurato di voler andare avanti tutta con i punti della Carta di Parma fra 21 Comuni del centronord, fra cui Verona, per dare ai sindaci maggiori poteri in materia di sicurezza e ordine pubblico.
Un’iniziativa, quella con capitale il Comune emiliano, che aveva visto il sindaco Flavio Tosi, leghista come Maroni, in prima linea nel dare il «la». Nelle prossime settimane i 21 sindaci si ritroveranno per fare il punto della situazione. Fra pochi giorni fra l’altro il Decreto legge e il Disegno di legge che formano il Pacchetto sicurezza del governo saranno discussi in Parlamento.
I sindaci hanno già ottenuto, ed era la loro principale richiesta, che le ordinanze in materia di sicurezza e ordine pubblico non debbano essere solo contingibili e urgenti, ma essere normate in maniera ordinaria, per non essere inapplicabili. «Anche in vista della discussione parlamentare stiamo valutando l’efficacia delle prime misure adottate, come quella sulle ordinanze», dice Maroni, «e comunque considero la Carta di Parma un documento fondamentale con cui il governo intende continuare a lavorare insieme ai sindaci». Sulla proposta di Tosi di inserire nel Decreto sicurezza il fermo di polizia municipale per 24 ore, in cella di sicurezza, per chi compiano atti di vandalismo e disturbo alla quiete pubblica, Maroni prende tempo: «Di questo non parlo».





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