mercoledì 17 giugno 2009

NEL CENTRO-SINISTRA INIZIANO GIA' I PRIMI PROBLEMI DI COALIZIONE...

L'ARENA 16/06/2009

SAN BONIFACIO. Il giorno dopo l'annuncio, Pasetto, Piasentin e Andrioli spiegano le motivazioni dell'intesa elettorale

Ma scoppia il «caso Polo» Il sindaco uscente chiede un confronto: «Qualcuno qui ha ciurlato nel manico»


«Ecco perchè ci siamo alleati». Il giorno dopo l'annuncio dell'«apparentamento», il candidato sindaco Federico Pasetto e i suoi alleati al ballottaggio, Giuseppe Piasentin (Pd e Sette campanili) e Marco Andrioli (Vivere San Bonifacio), spiegano agli elettori i termini dell'accordo e, soprattutto, come sia stato possibile superare le divergenze della vigilia e passare dai duri attacchi reciproci dei giorni prima del voto a questa vera e propria alleanza.

«Durante la campagna elettorale correva voce che, se fossi stato eletto, sarei stato un sindaco fantoccio», attacca Pasetto. «Per smentire questa diceria, e a ulteriore conferma che la mia candidatura era un passaggio del testimone con la passata amministrazione, il sindaco uscente Silvano Polo, in una lettera, mi aveva manifestato l'intenzione di divulgare questo aspetto. E cioè che, qualora fossi stato eletto, egli si sarebbe defilato, riconoscendo in me il continuatore ideale, il testimone e il difensore della sua opera».

«Lo stesso Polo», aggiunge Pasetto, «citando l'accusa rivoltagli di essere una persona che non dialoga, ha cercato in me appunto la persona del dialogo. E i due nostri alleati, che al loro interno contestavano proprio questo aspetto, hanno riconosciuto in me questa caratteristica: direi che è proprio questa la novità assoluta di questa svolta politica». Dopo il primo turno, continua Pasetto, «Polo mi ha inviato la citata lettera, manifestando l'intenzione di defilarsi, non avendo bisogno di essere presente in amministrazione».

Piasentin: «Questa coalizione sta insieme perchè è l'unica che oggi può garantire un impegno serio per risolvere i maggiori problemi del paese, dalla Tav alla tangenziale a pagamento, dal nuovo Prg alle "bombe ecologiche" come quelle di Villabella». E sull'accordo spiega: «Noi del Pd non abbiamo mai criticato le persone ma solo i fatti, che ritenevamo sbagliati. Qui invece ci si accorda su una progettualità confrontata e si è visto che sulle cose principali c'è convergenza, pur divergendo sulle modalità. L'obiettivo è comune. Il Pd si caratterizza come partito che non vuole essere ideologico. Abbiamo rimosso gli ostacoli, smussato gli angoli e ho il mandato di 1.600 elettori che mi dicono di andare avanti, usufruendo anche di questa strada istituzionale».

Anche Andrioli parla di «superamento degli ostacoli politici, con il rinnovamento rappresentato dalla figura giovane di Pasetto e della sua compagine. C'è stato un confronto sulle linee programmatiche, che sono state condivise sia sulla metodologia che sui temi».

Ad esempio, il vecchio ospedale: «C'è identità di vedute sul suo riutilizzo pubblico, escludendo ogni vocazione residenziale. E' un'occasione urbanistica eccezionale per dare linfa al paese».

E il cambio di atteggiamento rispetto al passato? «Non abbiamo mai fatto azioni contro gli avversari, nè contro la passata amministrazione, caso mai ne abbiamo subite. Il nostro gruppo si ispira a valori positivi, come lo è la presente opportunità, che ci consente di unire e non dividere».

Per parte sua, Polo non ha gradito le dichiarazioni di Piasentin, pubblicate su L'Arena di ieri, riguardanti le garanzie avute da Pasetto per concludere l'accordo. Piasentin aveva detto, fra le altre cose, che l'alleanza con Pasetto era stata raggiunta dopo «la rinuncia del sindaco uscente Silvano Polo», che «ha spianato un non piccolo ostacolo all'accordo».

Raggiunto telefonicamente, Polo ha commentato: «Vorrei sapere quali sono i vincoli citati da Piasentin e perchè Pasetto non me ne ha mai parlato, e quali vincoli ha accettato. Ho inviato a Pasetto una lettera personale che è stata fatta in circostanze precise, con motivazioni precise e non prendevo assolutamente in considerazione lo scenario che si è venuto a creare: se c'è qualcosa che Piasentin ha posto e Pasetto non ci ha detto, e a me non risulta, è chiaro che trarremo le nostre conclusioni. Chiederò un confronto con Pasetto e Piasentin», conclude Polo, «e poi parlerò. E' chiaro, qui qualcuno ha ciurlato nel manico. Voglio vedere se si è voluta forzare la mia generosità e le mie affermazioni o approfittare dell'ingenuità di Pasetto. Quanto a Andrioli mi risulta che il programma non sia stato nemmeno preso in mano».

lL'Arena - Gianni Bertagnin


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