L'Arena - 18.06.2009
Andrioli dice addio a Pasetto
SAN BONIFACIO. Svolta a pochi giorni dal ballottaggio: la civica «Vivere» rinuncia all'apparentamento siglato domenica insieme al Pd
Il sindaco uscente Polo non si fa da parte: «Resterò consigliere fino a quando lo riterrò»

Al centro della discussione la lettera inviata da Polo a Pasetto, e che è stata variamente interpretata, al punto da mettere in crisi gli accordi raggiunti. In sostanza, Piasentin e Andrioli avrebbero accettato di sostenere Pasetto in considerazione di quanto Polo avrebbe dichiarato nella citata missiva, e cioè che si sarebbe defilato in caso di vittoria di Pasetto.
Ma il sindaco uscente, in un intervista pubblicata martedì sul nostro giornale, aveva di fatto smentito questa interpretazione, ripromettendosi di chiarire la portata della sua lettera dopo un confronto con gli interessati. Confronto che si è svolto e che ha portato Marco Andrioli a togliere il sostegno della sua lista a Pasetto.
Così la lista «Vivere San Bonifacio» ha revocato l'appoggio alla coalizione: «I componenti del gruppo, visto che sono venuti a mancare i presupposti dell'apparentamento, non vedono altra soluzione se non quella di rinunciare alla coalizione con le altre liste coinvolte nell'accordo e di non dare alcuna indicazione di voto ai propri mille elettori. La decisione», viene spiegato in una nota, «è maturata dopo le dichiarazioni rilasciate alla stampa dal sindaco uscente Silvano Polo, prese di posizione che non offrono la garanzia dell'uscita dalla scena politico-amministrativa dell'ormai ex primo cittadino e nemmeno sulla convergenza nei contenuti del programma da attuare insieme. Tutti i componenti della civica Vivere San Bonifacio si impegnano con il proprio rappresentante in Consiglio a rappresentare le istanze del proprio elettorato con una puntuale azione di vigilanza».
Andrioli, per parte sua, spiega che l'offerta di Pasetto «concordava sui punti essenziali del programma». E il candidato sindaco avrebbe esibito un documento «in cui dimostrava che Polo praticamente si sarebbe defilato dal Consiglio e dalla Giunta in caso di vittoria. Questa condizione di accordo di programma e l'assenza di Polo quale elemento della passata amministrazione ci ha fatto pensare alla possibilità di investire il consenso dei nostri mille voti per il bene del paese e quindi abbiamo accettato l'apparentamento».
Con le successive dichiarazioni di Polo «sono venuti a mancare i presupposti politici e programmatici dell'accordo. Non vogliamo entrare nel merito delle colpe», aggiunge, «o se qualcuno ha fatto i conti senza l'oste, in ogni caso non ci stiamo più, perchè se i presupposti dell'inizio dell'apparentamento sono questi, meglio soli che male accompagnati: il nostro errore è stato quello di cadere nella trappola».
Il sindaco Polo spiega così la situazione: «Ci siamo incontrati con Pasetto e gli altri e abbiamo avuto i chiarimenti che desideravo: pertanto la mia lista continuerà a sostenere Pasetto anche al ballottaggio».
Per quanto riguarda la lettera inviata a Pasetto, il sindaco uscente dice: «Non c'è stata nessuna interpretazione della lettera, che conteneva solo una proposta. Dicevo che non andrò in giunta e ciò è sufficiente per dire che non faccio parte dell'amministrazione. Nella lettera ho scritto che Pasetto dovrà difendere la posizione del sindaco e il completamento delle opere iniziate, ma siccome non lo potrà fare se vince la controparte, resterò consigliere comunale fino a quando lo riterrò per difendere la mia amministrazione. E se qualcuno dice che ha messo come condizione la testa di Polo, questa condizione Pasetto non l'ha mai portata. E se qualcuno ritiene fondamentale che io vada via prima, ciò mi dà la conferma che è meglio che resti. A me i ricatti non piacciono. Ho messo in piedi questo progetto per battere il centrodestra, anche se non si è ottenuto il risultato sperato».
Pasetto si è riservato di comunicare la sua posizione oggi, non appena si sarà chiarita la situazione anche per quanto riguarda l'appoggio del Pd, che al momento conferma solo che l'accordo già preso rimane al momento inalterato.
L'Arena - Gianni Bertagnin
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