martedì 17 febbraio 2009

Veltroni conferma le dimissioni dalla segreteria del Pd

Il segretario del Pd Walter Veltroni, dopo una breve pausa di riflessione, ha confermato le dimissioni che i vertici del Pd avevano respinto nella mattinata. Una nota diffusa al termine del coordinamento dal portavoce del partito Andrea Orlando sottolinea che «dopo una discussione di diverse ore, il segretario ha deciso di mantenere l'orientamento espresso questa mattina e di rassegnare le dimissioni da segretario nazionale del Pd». All'ordine del giorno del coordinamento del Partito democratico la sconfitta del centrosinistra nelle elezioni regionali della Sardegna. Peggiore rispetto alle previsioni: i vertici del Pd avevano messo in conto una sconfitta di misura, ma non un distacco di nove punti tra Soru e il candidato del Pdl Cappellacci. Veltroni avrebbe aperto la riunione spiegando che se il partito è da tempo dilaniato da divisioni e fibrillazioni interne è perchè le critiche si concentrano sulla linea politica da lui scelta e sulla sua persona, dunque se «per molti sono un problema - avrebbe detto Veltroni - io sono pronto ad andarmene per il bene del partito». Poi, dopo una pausa di riflessione, alla ripresa dei lavori ha confermato le sue dimissioni. Domani il leader del Pd dovrebbe tenere una conferenza stampa.

Drastico il giudizio dell'Unità: «Il Pd ha toccato il fondo». Nell'editoriale la direttrice Conchita de Gregorio sottolinea la sconfitta delle oligarchie del Pd «punite con severità assoluta da un elettorato stanco di lotte intestine e clandestine, dei giochi di potere sotterranei, eppure così visibili». La De Gregorio parla anche di «lotta fratricida fatta di colpi bassi e bassissimi».

Sardegna al Centrodestra - Cappellacci +9% su Soru

Manca ancora il dato definitivo delle elezioni regionali in Sardegna, ma la vittoria del centrodestra è netta. Alle 9 di stamane risultavano scrutinate 1.658 sezioni su 1.812 per i voti dei listini regionali e soltanto 1.473 per quelli alle liste circoscrizionali provinciali. IlPdl è il primo partito, con il 30,5% delle preferenze (201.105) , mentre il Pd si è fermato al 24,4% con 160.822 voti. L'Udc, seconda forza della nuova maggioranza, è al 9,37% con 61.748 voti, mentre l'Italia dei Valori, secondo partito del centrosinistra è al 5,2% con 34.277 preferenze. Il numero di voti nulli supera finora i 18mila.

Il candidato del centrodestra Ugo Cappellacci, che per le 11 ha convocato da presidente in pectore una conferenza stampa nella sede del suo comitato elettorale a palazzo Doglio, a Cagliari, è al 51,9% con 457.676 voti, mentre l'ex presidente Renato Soru è al 42,8% con 378.246 voti. 
Incolmabile appare il divario fra le rispettive coalizioni: quella che sostiene Cappellacci ha avuto finora il 56,7% delle preferenze, pari a 373.486 voti, mentre la coalizione di Soru appena il 38,6% pari a 254.346 voti.

Supera il 3% il candidato di Irs-Indipendentzia Repubrica de Sardigna Gavino Sale, che finora ha avuto 27.118 voti. Il suo movimento ne ha totalizzati per ora 13.586, cioè il 2,0 per cento.
Peppino Balia, il candidato socialista, si ferma all'1,5 (13.812 voti), mentre il suo partito è al 2,1% con 14.143 voti. Gianfranco Sollai, l'altro candidato indipendentista, ha lo 0,55%, pari a 4.887 voti, mentre Unidade indipendentista che lo sostiene è allo 0,45%, pari a 3.012 voti.

Una prima proiezione dei seggi ne assegna 54 al centrodestra 26 al centrosinistra per un totale di 80 consiglieri che andranno a comporre la nuova Assemblea regionale contro gli 85 della precedente legislatura. 26 seggi verrebbero attribuiti al Pdl, 7 all'Udc, 5 ai Riformatori, 3 al Psd'Az, 2 a Sardegna Unita-Uds e 2 all'Mpa. Nel centrosinistra 17 seggi andrebbero al Pd, 3 all'Idv, 2 al Prc, uno ai Rosso Mori, uno al Pdci e uno a La Sinistra. 

Soru telefona a Cappellacci per augurare buon lavoro 
Poco dopo l'una di notte il presidente uscente chiamava il fresco vincitore delle elezioni «per augurare buon lavoro a lui e alla Sardegna per i prossimi cinque anni». Da parte sua, Cappellacci ha già annunciato quelli che saranno i suoi primi passi da presidente della Regione: «Riunirò gli alleati per rimboccarci le maniche e iniziare a dare risposte ai giovani senza lavoro, ai poveri, ai cassaintegrati e ai territori abbandonati in questi anni». Renato Soru, dopo l'esperienza alla guida dell'Isola ribadisce di voler essere parte attiva del Partito Democratico: «Ho messo tutto in questo progetto, mi sarebbe piaciuto essere ancora di più di aiuto e la vittoria avrebbe dato una mano in questo senso. Il Pd ha, comunque, un grande futuro davanti».

sabato 14 febbraio 2009

PROTOCOLLO DI INTESA TRA LE CITTA' DI MILANO E DI VERONA

Premesso che:

· l’Esposizione Universale che si terrà nella Città di Milano dal 1° Maggio al 31 Ottobre 2015 (in seguito Expo Milano 2015) assume - per sua natura - un carattere internazionale in ragione del numero e della natura dei Paesi partecipanti previsti, del grande flusso e provenienza dei visitatori attesi, della natura dei rapporti internazionali che verranno sviluppati, della consistenza dei progetti di cooperazione che saranno attivati, degli scambi culturali e di capitale umano che da tale evento si genereranno, della natura e del carattere globale del tema scelto (“Feeding the Planet, Energy for Life”)”;

· la Città di Milano, come già concordato con altre Città in vista di Expo Milano 2015, è intenzionata ad attivare un modello di rete territoriale in grado di valorizzare le eccellenze culturali, artistiche, turistiche ed economiche attualmente esistenti nei rispettivi contesti territoriali, nonché ad attivare una progettazione congiunta di nuovi eventi e opportunità, da realizzarsi nel territorio milanese, lombardo e/o nelle aree territoriali delle Città interessate, inerenti temi di interesse reciproco;

· le molteplici attività organizzative necessarie alla realizzazione di Expo Milano 2015 richiedono uno sforzo straordinario necessario a garantire l’ottimale funzionamento del sistema ricettivo e di accoglienza, del sistema turistico, del sistema legato all’offerta culturale, dei sistemi aeroportuali, ferroviari, stradali e logistici del territorio regionale lombardo e di tutte le regioni limitrofe;

· le Pubbliche Amministrazioni Locali, le Aziende Pubbliche e Private ritengono indispensabile assumere iniziative sinergiche in grado di garantire il buon esito dell’evento attraverso il coordinamento di attività in grado di valorizzare le eccellenze delle esperienze amministrative individuali nei settori dell’offerta culturale, della ricettività e della mobilità territoriale; 

· la Città di Verona per i suoi innumerevoli tesori artistici, architettonici, storici ed ambientali, i prestigiosi eventi culturali che è in grado di ospitare, le sue capacità di attrarre flussi turistici significativi rappresenta un polo territoriale strategico alla buona riuscita dell’evento;

· la Città di Verona è sede della omonima Arena, anfiteatro romano situato nel centro storico della Città che durante il periodo estivo ospita, fin dal lontano 1913, una manifestazione culturale di grande richiamo nazionale ed internazionale, il “Festival lirico areniano”, rassegna comprendente opere liriche di straordinaria importanza, oltre ad eventi musicali diversi di rilevanza internazionale;

· la Città di Verona è sede, fin dal 1898, di “Fiera di Verona”, realtà internazionale che ospita alcune manifestazioni fieristiche (come ad esempio Fieragricola, Vinitaly, Marmomacc, Abitare il Tempo, Agrifood) di estremo interesse ed attualità per le tematiche di Expo Milano 2015, manifestazioni in grado di coinvolgere oltre 1.200.000 visitatori italiani e stranieri all’anno;

· la Città di Verona è un importante nodo di comunicazione tra l’Italia, il Nord Europa e l’Est Europa le cui diverse infrastrutture - autostradali (A4, A22), viarie (sistema delle 3 tangenziali), ferroviarie (scalo ferroviario con transito di medio di circa 25 milioni di passeggeri/anno e collegamenti giornalieri da/per le principali città italiane, la Germania e l’Est Europa, infrastrutture per la realizzazione dei Corridoi Paneuropeo I e V, interporto da cui transita circa il 30% del traffico intermodale nazionale e il 50% di quello internazionale da/per l’Italia), aeroportuali (aeroporto di Verona-Villafranca, ubicato al centro di un’area di circa 4 milioni di abitanti comprendente le Province di Brescia, Mantova, Rovigo, Vicenza, Trento, Bolzano e Verona, con 3.500.000 passeggeri transitati nel 2007) - sono di estremo interesse per Expo Milano 2015;

· la Città di Verona è sede di altri importanti eventi artistici e culturali (come ad esempio il Festival Shakespeariano, le rappresentazioni al Teatro Romano e l’esposizione dei fossili di Bolca presso il Museo di Storia Naturale). 


Tutto ciò premesso tra le Parti, si conviene e si stipula quanto segue.

ARTICOLO 1
La Città di Verona si impegna a partecipare all’organizzazione di attività inerenti Expo Milano 2015 anche attraverso opportune collaborazioni tese a mettere a disposizione dell’evento le proprie eccellenze culturali, artistiche e turistico-ricettive. A tal proposito, e nell’ottica di realizzare un ottimale coordinamento delle iniziative che saranno intraprese, Expo Milano 2015 e la Città di Verona attiveranno un “tavolo di coordinamento” specifico, finalizzato alla progettazione congiunta di iniziative dedicate alla valorizzazione:

· dei principali eventi ed opportunità culturali, artistici e scientifici offerti dalla Città di Verona che potranno essere integrati nel circuito degli eventi di approfondimento dei temi prescelti per Expo Milano 2015 e/o di promozione dell’Esposizione Universale, 

· delle strutture ricettive e dell’offerta turistica della Città di Verona e del territorio circostante,

· delle infrastrutture di trasporto e di supporto logistico presenti sul territorio della Città di Verona in ausilio alle esigenze organizzative di Expo Milano 2015, tenuto conto dei futuri sviluppi previsti nell’ambito dei Corridoi Paneuropei I e V.


ARTICOLO 2
Le Città di Milano e di Verona, in vista di Expo Milano 2015, si impegnano a realizzare una serie di nuove iniziative congiunte inerenti eventi culturali ed artistici finalizzati a promuovere temi di interesse reciproco, in particolare attinenti al tema di Expo Milano 2015.


ARTICOLO 3
La Città di Verona si impegna a favorire una stretta collaborazione tra Expo Milano 2015 e Fondazione Arena di Verona in grado di generare una serie di eventi che si realizzeranno, su tematiche di interesse reciproco e legate al tema di Expo Milano 2015 ed alle sue declinazioni, nel contesto delle edizioni del “Festival lirico areniano” previste nei prossimi anni.


ARTICOLO 4
Nell’ottica di una valorizzazione reciproca delle eccellenze locali, la Città di Milano si impegna a coinvolgere la Città di Verona in occasione di eventi, manifestazioni, incontri ufficiali, forum e dibattiti tematici, happening internazionali ed altre iniziative previste nel periodo di preparazione di Expo Milano 2015.


ARTICOLO 5
Previa richiesta a Expo Milano 2015, che ne rimane titolare e soggetto autorizzante, è consentito alla Città di Verona ed alla Fondazione Arena di Verona l’utilizzo del logo di Expo Milano 2015.


ARTICOLO 6
Il presente Protocollo d’Intesa ha validità fino al 31 Ottobre 2015, data prevista di chiusura di Expo Milano 2015.


ARTICOLO 7
La Città di Milano e la Città di Verona accettano fin d’ora di definire amichevolmente qualsiasi controversia che dovesse sorgere in relazione all’interpretazione, all’esecuzione e/o alla validità del presente Protocollo d’Intesa e, nel caso in cui non sia possibile raggiungere in tal modo l’accordo,
di risolvere ogni vertenza mediante arbitrato rituale ai sensi degli artt. 806 e seguenti del Codice Civile.


Verona, 11 Febbraio 2009
Per la Città di Milano Il Sindaco Letizia Moratti 
Il Commissario Straordinario del Governo per Expo 2015 Letizia Moratti 
Per la Città di Verona Il Sindaco Flavio Tosi

giovedì 12 febbraio 2009

Il Ddl anti-fannulloni approvato alla Camera

Dipendenti pubblici più facilmente riconoscibili, meglio valutabili e maggiormente propensi alla mobilità. Fin qui i tratti di quella che è sempre stata considerata la fisionomia ottimale del dipendente della Pubblica amministrazione non è riuscito a "imporli" nessuno dei bisturi azionati con le ripetute riforme susseguitesi negli ultimi 15 anni. 

Tocca adesso alla riforma del ministro Renato Brunetta, che ha ricevuto il via libera della Camera e che torna ora al Senato, dove è stata già licenziata in prima lettura, per l'ok definitivo. Il provvedimento, noto anche come Ddl anti-fannulloni, sul quale il Governo è andato "sotto" più di una volta a Montecitorio, spazia dalla creazione di un nuovo modello di contrattazione, all'avvento della class action nella Pa (seppure con diversi limiti), fino al sostanziale innalzamento della soglia minima di uscita per il pensionamento degli statali con il passaggio dal requisito dei 40 anni di contribuzione, comprensivi di eventuale riscatto della laurea o del servizio militare, ai 40 anni di servizio effettivo.

Il volto del travet degli anni 2000 è tratteggiato in modo chiaro dalla decina di articoli che compongono il cosiddetto "Ddl anti-fannulloni". Ma lo schema, seppure con alcune differenziazioni, ricalca in diversi casi soluzioni già abbozzate in passato senza troppo successo. Come quella del cartellino di riconoscimento, previsto a più riprese, anche a tutela dei cittadini, da diverse disposizioni regolamentari spesso disattese. La riforma-Brunetta la ripropone facendo leva direttamente su norme di legge: tutto il personale a contatto con il pubblico dovrà obbligatoriamente (e non più in via di fatto facoltativa) indossare un cartellino identificativo oppure esporre sulla scrivania una targa indicante nome e cognome. Anche se alla Camera si è subito provveduto a porre alcuni argini prevedendo, con un emendamento, alcune eccezioni.

I metodi di valutazione e la meritocrazia 
Anche quello del rafforzamento della mobilità è ormai una sorta di vecchio "refrain". Il testo Brunetta punta ad agevolare la mobilità anche per ridurre il ricorso a contratti a termine e consulenze. La vera novità è rappresentata dai nuovi meccanismi di valutazione. Ogni impiegato avrà sostanzialmente una pagella dalla quale si capirà quale sarà il suo grado di efficienza: ad elaborarla contribuirà anche una nuova struttura indipendente (Autorità) chiamata a gestire il sistema valutativo. I dipendenti più bravi dovrebbero essere premiati; quelli più inefficienti dovrebbero rischiare il licenziamento. Visti i precedenti, il condizionale è d'obbligo.

martedì 10 febbraio 2009

Finalmente il Passante di Mestre


Addio a decenni di code, ma chi viaggia paga di più


Finalmente il Passante di Mestre


Dopo decenni di code, paralisi e burocrazia, è stato inaugurato ieri il Passante di Mestre, una bretella autostradale lunga 32,2 chilometri che, oltre a rappresentare per l'Italia un'importante strada verso l'Europa, significa per la Regione Veneto un trampolino che servirà a rilanciare l’economia e a dare nuovo impulso allo sviluppo del suo territorio. Solo fino a qualche ora prima della cerimonia d'apertura, tanto per farsi un'idea, per recarsi da Padova a Treviso ci voleva un'ora di macchina (traffico permettendo) e adesso invece ci si impiega appena un quarto d'ora. Un esempio che da solo basta per capire quanto il nodo autostradale sia di particolare importanza, soprattutto se si pensa che sullaTangenziale di Mestre si era arrivati a livelli di saturazione con un traffico medio giornaliero di circa 150 mila autoveicoli (con punte di 170.000), di cui il 30% è costituito da mezzi pesanti. 

L'inaugurazione di ieri porta con sè anche altre conseguenze, meno piacevoli ma necessarie, sia per gli automobilisti che per i motociclisti.Autostrade per l’Italia ha infatti reso noto che, con l’apertura al traffico del Passante, è entrata in vigore la seconda tranche di maggiorazione del pedaggio alla barriera di Venezia della A27, calcolata sulla base di 10,14 km di percorrenza forfetaria (per un'auto circa 50 centesimi di euro) che si sommano all’importo dei chilometri fino a ieri attribuiti alle percorrenze che interessavano la barriera. "Le maggiorazioni, che riguardano tutte le concessionarie autostradali dell'area veneziana - si legge in una nota - sono destinate alla realizzazione del Passante di Mestre in base alla convenzione sottoscritta nel 2002 fra il Ministero delle Infrastrutture e ANAS, e sono stati successivamente deliberate (nel 2007) dal CIPE. I relativi incassi verranno interamente versati a CAV Concessioni Autostradali Venete S.p.A. (società partecipata da Regione Veneto e ANAS), che subentra all’ANAS nella gestione del Passante". Ricordiamo che la prima tranche della maggiorazione tariffaria alle barriere dell’area veneziana era entrata in vigore nel maggio 2008, sempre sulla base di una percorrenza forfetaria aggiuntiva pari a 10,14 km.

Il Passante di Mestre, o anche "il Ponte sullo Stretto del Veneto" (come qualcuno lo ha ribattezzato), è stato preso dal premier Silvio Berlusconi ad "esempio di come bisogna fare le cose: rispettando tempi e costi". Costato 968 milioni e 400 mila euro per un percorso che attraversa 15 Comuni, il Passante di Mestre è stato realizzato in "appena" quattro anni dal gruppo di imprese 'Passante di Mestre S.p.A.' guidate da Impregilo e rappresenta, secondo Berlusconi che ne aveva avviato i lavori e che ieri ne ha presideduto l'inaugurazione, solo "un primo passo verso l'obiettivo di superare il ritardo sulle infrastrutturerispetto ai grandi Paesi. Lo stanziamento di 16 miliardi e 600 milioni di euro per la grandi opere è solo il primo dei 125 miliardi di euro che troveremo per realizzare le cento grandi opere di infrastrutture e per dare sicurezza ai cittadini'', ha detto Berlusconi, che ha quindi rilanciato l'obiettivo del Ponte sullo Stretto di Messina.

L'importanza strategica del Passante di Mestre, che molto deve per la sua realizzazione al presidente del Veneto Giancarlo Gala, non è soltanto stata sottolineata dai rappresentanti politici presenti alla cerimonia (tra cui il Ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli che ha ricordato come "questa strozzatura costava alla comunità 4,3 miliardi di euro l'anno"), ma è anche ampiamente documentata in un sito internet dedicato che vi segnaliamo all'indirizzo: ilpassantedimestre.com. Restano però ancora da risolvere alcuni problemi. Dei tre caselli intermedi previsti sul nuovo tracciato solo uno è pronto e sarà aperto fra pochi giorni, mentre per gli altri due bisognerà aspettare almeno fino all'autunno. La viabilità complementare d'accesso è ancora in via realizzazione e riguarda ben trenta chilometri di strade e svincoli e c'è, infine, da considerare il cosiddetto "Passante verde", ovvero le opere importanti di mitigazione ambientale. Ma per tutto questo i fondi sono già disponibili e gli accordi con i vari Comuni e le associazioni ambientalistiche e dei cittadini sono stati firmati.


domenica 8 febbraio 2009

IL SOLE 24 ORE: Piano incentivi - guida agli sconti su auto, moto, elettrodomestici

Auto, veicoli commerciali leggeri, motocicli, arredamento ed elettrodomestici: il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto legge con gli incentivi per riavviare i consumi, con misure per circa 2 miliardi di euro. Ci sono anche contributi per impianti a Gpl o metano, per acquistare auto ecologiche, per installare dispositivi antiparticolato sui mezzi pubblici. Per il credito al consumo per l'acquisto dei beni agevolati dai bonus sarà un decreto Economia, già previsto dal decreto anti-crisi (Dl 185/2008, convertito dalla legge 2/2009), a fissare le modalità per favorire l'intervento di Sace spa nella prestazione di garanzie per agevolare la concessione di finanziamenti. 

Il nuovo pacchetto anticrisi deciso dal Governo - ha affermato Berlusconi in un'intervista al "Gazzettino" di domenica - «prevede aiuti per alcuni settori strategici che potranno usufruirne a precise condizioni». Quanto agli ammortizzatori sociali, «prevediamo un impegno di 8 miliardi per i prossimi tre anni, senza alcun aggravio per i contribuenti» ha detto ancora il presidente del Consiglio. Ecco, nel dettaglio, le misure adottate.

Rottamazione auto. Si prevede un bonus di 1.500 euro, ma non è prevista alcuna esenzione dal pagamento del bollo. Il beneficio spetta a chi rottama auto Euro 0, Euro 1 o Euro 2 immatricolate fino al 31 dicembre 1999 e acquista una vettura Euro 4 o Euro 5 (con emissioni massime 140 grammi CO2/Km per i veicoli benzina e massimo 130 grammi CO2/Km per i diesel). 

Auto ecologiche. Incentivi, senza rottamazione, per l'acquisto di auto ecologiche di 1.500 euro per auto a metano, elettriche e a idrogeno con emissioni non superiori a 120 g/km di Co2. Questi incentivi sono cumulabili a quello per la rottamazione.

Contributo per impianti a Gpl e a metano. Contributo statale di 500 euro per il Gpl e di 650 euro per il metano per chi vuole trasformare la propria auto da motori a benzine verso alimentazioni a basso impatto ambientale.

 

Veicoli commerciali leggeri. Bonus è di 2.500 euro per l'acquisto di veicoli nuovi in seguito alla rottamazione di veicoli euro 0, 1 e 2 immatricolati entro il 31 dicembre 1999. Gli incentivi salgono a 4.000 euro per l'acquisto, senza rottamazione, di veicoli nuovi innovativi a metano, Gpl o idrogeno. L'incentivo è cumulabile a quello per la rottamazione.

 

Autocarri e caravan. Per autoveicoli per trasporto promiscuo, autocarri leggeri entro le 3,5 tonnellte, autoveicoli per trasporti specifici, autoveicoli per uso speciale e autocaravan contributo di 2.500 euro per l'acquisto di veicoli nuovi Euro 4 ed Euro 5 a fronte della contestuale rottamazione di veicoli Euro 0, Euro 1 ed Euro 2 immatricolati prima del 31 dicembre 1999. 

 

Mezzi pubblici più verdi. Per l'installazione di dispositivi antiparticolato (contro i gas di scarico) sui mezzi del trasporto pubblico (categoria N3 e M3 di classe Euro 0, Euro 1 o Euro 2 di aziende che svolgono servizi di pubblica utilità) è previsto un finanziamento straordinario di 11 milioni di euro, ai quali, ha spiegato il ministero per lo Sviluppo economico, se ne aggiungeranno 44 recuperati dal maggior gettito Iva. Spetta il 25% delle spese sostenute per l'acquisto e, comunque, in misura non superiore a mille euro a dispositivo. I contributi non sono cumulabili con altri di natura nazionale, regionale o locale.

 

Incentivi per le due ruote. Incentivo di 500 euro per la rottamazione di motocicli o ciclomotori Euro 0 o Euro 1 per acquistarne un motociclo nuovo Euro 3, fino a 400 di cilindrata.

 

Detrazioni fiscali per mobili ed elettrodomestici. L'incentivo alle ristrutturazioni si estende anche all'acquisto di mobili ed elettrodomestici (frigoriferi, lavatrici, cucine, lavastoviglie, tv e così via) ad alta efficienza energetica, ma con un paletto. Se ne ha diritto solo se l'acquisto è legato a interventi di recupero del patrimonio edilizio. Prevista la detrazione Irpef del 20% da ripartire in 10 anni, calcolata su un importo massimo complessivo di 10mila euro per acquisti da sostenere entro il 31 dicembre 2009. 

 

Credito al consumo. Affidate al Dm Economia previsto dal decreto anti-crisi (Dl 185/2008, convertito dalla legge 2/2009) le modalità per favorire l'intervento di Sace spa nella prestazione di garanzie per agevolare la concessione di finanziamenti per l'acquisto di autoveicoli, motoveicoli e veicoli commerciali agevolati dai bonus del decreto per rimettere in moto i consumi. 

 

SOSTEGNO ALLE IMPRESE

Distretti industriali. Nei distretti industriali viene introdotta la fiscalità di distretto che consentirà alle imprese di optare per la tassazione di distretto ai fini dell'Ires. Il carico tributario, spiega il ministero per lo sviluppo economico, sarà determinato dal distretto in base a criteri di trasparenza. Parità di trattamento delle imprese sulla base di principi di mutualità. 

 

Rivalutazione degli immobili. Riduzione della misura dell'imposta sostitutiva prevista per ottenere il riconoscimento fiscale dei maggiori valori iscritti in bilancio sugli immobili (riduzione dal 7 al 3% per gli immobili ammortizzabili e dal 4 all'1,5% per gli immobili non ammortizzabili).

Il sole 24 ore - Nicoletta Cottone


giovedì 5 febbraio 2009

Tosi scommette sul casinò «Succursale di Venezia»

PROGETTO. Se n’è parlato ieri in Giunta, l’idea va avanti. Zanotto: «Irresponsabile creare illusioni in una fase di crisi»


Gran parte degli introiti resterebbero nelle casse del Comune. La Provincia: «Un aiuto per il nostro turismo»


L'apertura di un casinò in città è diventato obiettivo ufficiale dell'amministrazione comunale: la Giunta infatti ieri ne ha discusso e, in linea di massima, ha dato l'ok alla proposta. Alla riunione, tuttavia, non ha partecipato l'assessore Alberto Benetti. Nei giorni scorsi, alcuni esponenti del suo partito, l'Udc, avevano espresso perplessità sull'ipotesi.

È stato lo stesso sindaco Flavio Tosi a presentare l'iniziativa. «Si ipotizza un accordo diretto con il Casinò di Venezia che a Verona chiede una sede di di prestigio di almeno 1.500 metri quadrati da adibire a propria succursale». Sarebbe questo il «marchio» di un'ipotetica casa di gioco in riva all'Adige che avrebbe la casa madre in laguna.
A Verona, tuttavia, non ci saranno tavoli verdi e roulette, ma solo slot machine e giochi elettronici per una clientela di turisti. Il guadagno entrerebbe in gran parte nelle casse comunali, mentre a Venezia, che è interessata soprattutto a un'operazione di marketing, andrebbe solo una percentuale. Nei giorni scorsi, il sindaco Tosi aveva ricevuto a Palazzo Barbieri il presidente del Casinò di Venezia, Mauro Pizzigati per un colloquio di ricognizione e valutare la possibilità di stringere una qualche forma di accordo fra il casinò della città lagunare e una potenziale sua succursale veronese.

Secondo gli amministratori pubblici rappresenterebbe un ulteriore punto d'attrazione per i turisti che visitano la nostra città. Favorevole all'idea è anche il vicepresidente e assessore provinciale al Turismo, Antonio Pastorello. «È un'ottima idea per sostenere il nostro turismo», sostiene. «Considerata la situazione difficile che sta attraversando l'economia in generale e la finanza pubblica in particolare, la creazione di un casinò veronese può offrire in prospettiva un po' di ossigeno ai nostri magri bilanci. Sappiamo che gli enti locali proprietari incassano milioni di euro dalle case da gioco e, visto che i casinò in Italia ci sono già a Sanremo, Saint Vincent, Campione d'Italia e Venezia, non vedo perché non aprirlo anche a Verona, che si trova in un crocevia strategico dal punto di vista turistico e commerciale». Pastorello porta ad esempio: «Sono stato spesso a Innsbruck, città capoluogo del Tirolo con la quale siamo gemellati, e lì l'esperienza del casinò è molto positiva. Infatti, genera un notevole ritorno finanziario per lo sviluppo del turismo austriaco. Infine, sono molti i nostri concittadini che si recano in altre città per provare l'emozione del gioco e allora, perché non fornire loro dei buoni motivi per restare nel nostro territorio godendo di tutte le opportunità di svago offerte?».

È critico, invece, l'ex sindaco Paolo Zanotto: «Tosi difenda le famiglie e la sicurezza dei cittadini: rifiuti la proposta di una casa da giochi a Verona. È notorio che un casinò porta più povertà e drammi nelle famiglie colpite dalle perdite nel gioco. In una fase di gravissima crisi economica sarebbe irresponsabile alimentare illusioni di vincite al gioco che, sappiamo, fanno solo le fortune del "banco che vince sempre" e dei gestori dei casinò. Aumenterebbero i cittadini nelle mani degli usurai senza scrupoli». Zanotto lancia un appello «a tutte le istituzioni che hanno a cuore la difesa della famiglia: allontaniamo dalla nostra città una proposta scellerata che finirebbe per creare più poveri e più disperati».

Con Mauro Pizzigati, che è presidente dell'Ordine degli avvocati del Triveneto, il sindaco ha anche parlato della possibilità di aprire una sezione della Corte d'appello a Verona nell'ex carcere, «Nell'ambito di un riordino generale delle Corti d'appello ci sarebbe una seria possibilità anche per Verona», spiega Tosi.

L'Arena 05 febbraio 2009 - E.S.


Approvata la soglia di sbarramento al 4%


E’ stata approvata la riforma elettorale per le europee che introduceuna soglia di sbarramento al 4%. La seduta alla Camera era stata sospesa per la protesta dei piccoli partiti che hanno lanciato volantini in aula. La legge passerà ora al Senato, dove ci sarà una rapida conclusione del suo iter.

Questa legge permetterà di mettere un po' d'ordine a tutte quei piccoli partiti che nascono da spaccature che avvengono dai grossi partiti. Tanto per fornire un esempio i  partiti comunisti, abbandonati dalle ormai rinsavite masse operaie, negli ultimi tempi ne erano stati partoriti addirittura 4 o 5.

Finiranno in tal modo i privilegi di quei minuscoli ed invisibili gruppi che, pur rappresentando lo zero virgola qualcosa, nulla gli impediva di avere prebende e vantaggi vari. Risibile la protesta dei vari Diliberto, Mastella e Ferrero che hanno gridato “libertà” e “democrazia”. Se fosse vero quello che dicono, allora dovremmo avere in Parlamento 57 milioni di partiti.

Questa soglia di sbarramento sarà senz’altro utile al sistema politico italiano per uno stimolo a quell'aggregazione di forze politiche che stiamo ricercando da moltissimo tempo.

Infatti siamo rappresentati da ben 44 partiti al Parlamento Europeo. Quindi l'Italia non dovrà di certo rammaricarsi di non spedire a Strasburgo Diliberto, Mastella & C. Le democrazie più mature, non a caso, hanno tralasciato da tempo il concetto che tutti debbano essere rappresentati, anche se li votano la nonna e la zia. Che poi a noi manchi dell'altro per essere una democrazia matura, è questione più complessa. Ma da qualcosa bisognava pur cominciare.

La prossima cosa che si dovrà fare, che poi è quanto chiedono gli italiani, è ripristinare la preferenza alle elezioni politiche, dando nuovamente il potere di decidere ai cittadini e non alle segreterie dei partiti.