venerdì 20 febbraio 2009
martedì 17 febbraio 2009
Veltroni conferma le dimissioni dalla segreteria del Pd

Sardegna al Centrodestra - Cappellacci +9% su Soru

sabato 14 febbraio 2009
PROTOCOLLO DI INTESA TRA LE CITTA' DI MILANO E DI VERONA
giovedì 12 febbraio 2009
Il Ddl anti-fannulloni approvato alla Camera

martedì 10 febbraio 2009
Finalmente il Passante di Mestre
Addio a decenni di code, ma chi viaggia paga di più

Dopo decenni di code, paralisi e burocrazia, è stato inaugurato ieri il Passante di Mestre, una bretella autostradale lunga 32,2 chilometri che, oltre a rappresentare per l'Italia un'importante strada verso l'Europa, significa per la Regione Veneto un trampolino che servirà a rilanciare l’economia e a dare nuovo impulso allo sviluppo del suo territorio. Solo fino a qualche ora prima della cerimonia d'apertura, tanto per farsi un'idea, per recarsi da Padova a Treviso ci voleva un'ora di macchina (traffico permettendo) e adesso invece ci si impiega appena un quarto d'ora. Un esempio che da solo basta per capire quanto il nodo autostradale sia di particolare importanza, soprattutto se si pensa che sullaTangenziale di Mestre si era arrivati a livelli di saturazione con un traffico medio giornaliero di circa 150 mila autoveicoli (con punte di 170.000), di cui il 30% è costituito da mezzi pesanti.
L'inaugurazione di ieri porta con sè anche altre conseguenze, meno piacevoli ma necessarie, sia per gli automobilisti che per i motociclisti.Autostrade per l’Italia ha infatti reso noto che, con l’apertura al traffico del Passante, è entrata in vigore la seconda tranche di maggiorazione del pedaggio alla barriera di Venezia della A27, calcolata sulla base di 10,14 km di percorrenza forfetaria (per un'auto circa 50 centesimi di euro) che si sommano all’importo dei chilometri fino a ieri attribuiti alle percorrenze che interessavano la barriera. "Le maggiorazioni, che riguardano tutte le concessionarie autostradali dell'area veneziana - si legge in una nota - sono destinate alla realizzazione del Passante di Mestre in base alla convenzione sottoscritta nel 2002 fra il Ministero delle Infrastrutture e ANAS, e sono stati successivamente deliberate (nel 2007) dal CIPE. I relativi incassi verranno interamente versati a CAV Concessioni Autostradali Venete S.p.A. (società partecipata da Regione Veneto e ANAS), che subentra all’ANAS nella gestione del Passante". Ricordiamo che la prima tranche della maggiorazione tariffaria alle barriere dell’area veneziana era entrata in vigore nel maggio 2008, sempre sulla base di una percorrenza forfetaria aggiuntiva pari a 10,14 km.
Il Passante di Mestre, o anche "il Ponte sullo Stretto del Veneto" (come qualcuno lo ha ribattezzato), è stato preso dal premier Silvio Berlusconi ad "esempio di come bisogna fare le cose: rispettando tempi e costi". Costato 968 milioni e 400 mila euro per un percorso che attraversa 15 Comuni, il Passante di Mestre è stato realizzato in "appena" quattro anni dal gruppo di imprese 'Passante di Mestre S.p.A.' guidate da Impregilo e rappresenta, secondo Berlusconi che ne aveva avviato i lavori e che ieri ne ha presideduto l'inaugurazione, solo "un primo passo verso l'obiettivo di superare il ritardo sulle infrastrutturerispetto ai grandi Paesi. Lo stanziamento di 16 miliardi e 600 milioni di euro per la grandi opere è solo il primo dei 125 miliardi di euro che troveremo per realizzare le cento grandi opere di infrastrutture e per dare sicurezza ai cittadini'', ha detto Berlusconi, che ha quindi rilanciato l'obiettivo del Ponte sullo Stretto di Messina.
L'importanza strategica del Passante di Mestre, che molto deve per la sua realizzazione al presidente del Veneto Giancarlo Gala, non è soltanto stata sottolineata dai rappresentanti politici presenti alla cerimonia (tra cui il Ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli che ha ricordato come "questa strozzatura costava alla comunità 4,3 miliardi di euro l'anno"), ma è anche ampiamente documentata in un sito internet dedicato che vi segnaliamo all'indirizzo: ilpassantedimestre.com. Restano però ancora da risolvere alcuni problemi. Dei tre caselli intermedi previsti sul nuovo tracciato solo uno è pronto e sarà aperto fra pochi giorni, mentre per gli altri due bisognerà aspettare almeno fino all'autunno. La viabilità complementare d'accesso è ancora in via realizzazione e riguarda ben trenta chilometri di strade e svincoli e c'è, infine, da considerare il cosiddetto "Passante verde", ovvero le opere importanti di mitigazione ambientale. Ma per tutto questo i fondi sono già disponibili e gli accordi con i vari Comuni e le associazioni ambientalistiche e dei cittadini sono stati firmati.
domenica 8 febbraio 2009
IL SOLE 24 ORE: Piano incentivi - guida agli sconti su auto, moto, elettrodomestici
Auto, veicoli commerciali leggeri, motocicli, arredamento ed elettrodomestici: il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto legge con gli incentivi per riavviare i consumi, con misure per circa 2 miliardi di euro. Ci sono anche contributi per impianti a Gpl o metano, per acquistare auto ecologiche, per installare dispositivi antiparticolato sui mezzi pubblici. Per il credito al consumo per l'acquisto dei beni agevolati dai bonus sarà un decreto Economia, già previsto dal decreto anti-crisi (Dl 185/2008, convertito dalla legge 2/2009), a fissare le modalità per favorire l'intervento di Sace spa nella prestazione di garanzie per agevolare la concessione di finanziamenti.
Il nuovo pacchetto anticrisi deciso dal Governo - ha affermato Berlusconi in un'intervista al "Gazzettino" di domenica - «prevede aiuti per alcuni settori strategici che potranno usufruirne a precise condizioni». Quanto agli ammortizzatori sociali, «prevediamo un impegno di 8 miliardi per i prossimi tre anni, senza alcun aggravio per i contribuenti» ha detto ancora il presidente del Consiglio. Ecco, nel dettaglio, le misure adottate.

Rottamazione auto. Si prevede un bonus di 1.500 euro, ma non è prevista alcuna esenzione dal pagamento del bollo. Il beneficio spetta a chi rottama auto Euro 0, Euro 1 o Euro 2 immatricolate fino al 31 dicembre 1999 e acquista una vettura Euro 4 o Euro 5 (con emissioni massime 140 grammi CO2/Km per i veicoli benzina e massimo 130 grammi CO2/Km per i diesel).
Auto ecologiche. Incentivi, senza rottamazione, per l'acquisto di auto ecologiche di 1.500 euro per auto a metano, elettriche e a idrogeno con emissioni non superiori a 120 g/km di Co2. Questi incentivi sono cumulabili a quello per la rottamazione.
Contributo per impianti a Gpl e a metano. Contributo statale di 500 euro per il Gpl e di 650 euro per il metano per chi vuole trasformare la propria auto da motori a benzine verso alimentazioni a basso impatto ambientale.
Veicoli commerciali leggeri. Bonus è di 2.500 euro per l'acquisto di veicoli nuovi in seguito alla rottamazione di veicoli euro 0, 1 e 2 immatricolati entro il 31 dicembre 1999. Gli incentivi salgono a 4.000 euro per l'acquisto, senza rottamazione, di veicoli nuovi innovativi a metano, Gpl o idrogeno. L'incentivo è cumulabile a quello per la rottamazione.
Autocarri e caravan. Per autoveicoli per trasporto promiscuo, autocarri leggeri entro le 3,5 tonnellte, autoveicoli per trasporti specifici, autoveicoli per uso speciale e autocaravan contributo di 2.500 euro per l'acquisto di veicoli nuovi Euro 4 ed Euro 5 a fronte della contestuale rottamazione di veicoli Euro 0, Euro 1 ed Euro 2 immatricolati prima del 31 dicembre 1999.
Mezzi pubblici più verdi. Per l'installazione di dispositivi antiparticolato (contro i gas di scarico) sui mezzi del trasporto pubblico (categoria N3 e M3 di classe Euro 0, Euro 1 o Euro 2 di aziende che svolgono servizi di pubblica utilità) è previsto un finanziamento straordinario di 11 milioni di euro, ai quali, ha spiegato il ministero per lo Sviluppo economico, se ne aggiungeranno 44 recuperati dal maggior gettito Iva. Spetta il 25% delle spese sostenute per l'acquisto e, comunque, in misura non superiore a mille euro a dispositivo. I contributi non sono cumulabili con altri di natura nazionale, regionale o locale.
Incentivi per le due ruote. Incentivo di 500 euro per la rottamazione di motocicli o ciclomotori Euro 0 o Euro 1 per acquistarne un motociclo nuovo Euro 3, fino a 400 di cilindrata.
Detrazioni fiscali per mobili ed elettrodomestici. L'incentivo alle ristrutturazioni si estende anche all'acquisto di mobili ed elettrodomestici (frigoriferi, lavatrici, cucine, lavastoviglie, tv e così via) ad alta efficienza energetica, ma con un paletto. Se ne ha diritto solo se l'acquisto è legato a interventi di recupero del patrimonio edilizio. Prevista la detrazione Irpef del 20% da ripartire in 10 anni, calcolata su un importo massimo complessivo di 10mila euro per acquisti da sostenere entro il 31 dicembre 2009.
Credito al consumo. Affidate al Dm Economia previsto dal decreto anti-crisi (Dl 185/2008, convertito dalla legge 2/2009) le modalità per favorire l'intervento di Sace spa nella prestazione di garanzie per agevolare la concessione di finanziamenti per l'acquisto di autoveicoli, motoveicoli e veicoli commerciali agevolati dai bonus del decreto per rimettere in moto i consumi.
SOSTEGNO ALLE IMPRESE
Distretti industriali. Nei distretti industriali viene introdotta la fiscalità di distretto che consentirà alle imprese di optare per la tassazione di distretto ai fini dell'Ires. Il carico tributario, spiega il ministero per lo sviluppo economico, sarà determinato dal distretto in base a criteri di trasparenza. Parità di trattamento delle imprese sulla base di principi di mutualità.
Rivalutazione degli immobili. Riduzione della misura dell'imposta sostitutiva prevista per ottenere il riconoscimento fiscale dei maggiori valori iscritti in bilancio sugli immobili (riduzione dal 7 al 3% per gli immobili ammortizzabili e dal 4 all'1,5% per gli immobili non ammortizzabili).
Il sole 24 ore - Nicoletta Cottone
giovedì 5 febbraio 2009
Tosi scommette sul casinò «Succursale di Venezia»
PROGETTO. Se n’è parlato ieri in Giunta, l’idea va avanti. Zanotto: «Irresponsabile creare illusioni in una fase di crisi»
Gran parte degli introiti resterebbero nelle casse del Comune. La Provincia: «Un aiuto per il nostro turismo»
L'apertura di un casinò in città è diventato obiettivo ufficiale dell'amministrazione comunale: la Giunta infatti ieri ne ha discusso e, in linea di massima, ha dato l'ok alla proposta. Alla riunione, tuttavia, non ha partecipato l'assessore Alberto Benetti. Nei giorni scorsi, alcuni esponenti del suo partito, l'Udc, avevano espresso perplessità sull'ipotesi.
È stato lo stesso sindaco Flavio Tosi a presentare l'iniziativa. «Si ipotizza un accordo diretto con il Casinò di Venezia che a Verona chiede una sede di di prestigio di almeno 1.500 metri quadrati da adibire a propria succursale». Sarebbe questo il «marchio» di un'ipotetica casa di gioco in riva all'Adige che avrebbe la casa madre in laguna.
A Verona, tuttavia, non ci saranno tavoli verdi e roulette, ma solo slot machine e giochi elettronici per una clientela di turisti. Il guadagno entrerebbe in gran parte nelle casse comunali, mentre a Venezia, che è interessata soprattutto a un'operazione di marketing, andrebbe solo una percentuale. Nei giorni scorsi, il sindaco Tosi aveva ricevuto a Palazzo Barbieri il presidente del Casinò di Venezia, Mauro Pizzigati per un colloquio di ricognizione e valutare la possibilità di stringere una qualche forma di accordo fra il casinò della città lagunare e una potenziale sua succursale veronese.
Secondo gli amministratori pubblici rappresenterebbe un ulteriore punto d'attrazione per i turisti che visitano la nostra città. Favorevole all'idea è anche il vicepresidente e assessore provinciale al Turismo, Antonio Pastorello. «È un'ottima idea per sostenere il nostro turismo», sostiene. «Considerata la situazione difficile che sta attraversando l'economia in generale e la finanza pubblica in particolare, la creazione di un casinò veronese può offrire in prospettiva un po' di ossigeno ai nostri magri bilanci. Sappiamo che gli enti locali proprietari incassano milioni di euro dalle case da gioco e, visto che i casinò in Italia ci sono già a Sanremo, Saint Vincent, Campione d'Italia e Venezia, non vedo perché non aprirlo anche a Verona, che si trova in un crocevia strategico dal punto di vista turistico e commerciale». Pastorello porta ad esempio: «Sono stato spesso a Innsbruck, città capoluogo del Tirolo con la quale siamo gemellati, e lì l'esperienza del casinò è molto positiva. Infatti, genera un notevole ritorno finanziario per lo sviluppo del turismo austriaco. Infine, sono molti i nostri concittadini che si recano in altre città per provare l'emozione del gioco e allora, perché non fornire loro dei buoni motivi per restare nel nostro territorio godendo di tutte le opportunità di svago offerte?».
È critico, invece, l'ex sindaco Paolo Zanotto: «Tosi difenda le famiglie e la sicurezza dei cittadini: rifiuti la proposta di una casa da giochi a Verona. È notorio che un casinò porta più povertà e drammi nelle famiglie colpite dalle perdite nel gioco. In una fase di gravissima crisi economica sarebbe irresponsabile alimentare illusioni di vincite al gioco che, sappiamo, fanno solo le fortune del "banco che vince sempre" e dei gestori dei casinò. Aumenterebbero i cittadini nelle mani degli usurai senza scrupoli». Zanotto lancia un appello «a tutte le istituzioni che hanno a cuore la difesa della famiglia: allontaniamo dalla nostra città una proposta scellerata che finirebbe per creare più poveri e più disperati».
Con Mauro Pizzigati, che è presidente dell'Ordine degli avvocati del Triveneto, il sindaco ha anche parlato della possibilità di aprire una sezione della Corte d'appello a Verona nell'ex carcere, «Nell'ambito di un riordino generale delle Corti d'appello ci sarebbe una seria possibilità anche per Verona», spiega Tosi.
L'Arena 05 febbraio 2009 - E.S.
Approvata la soglia di sbarramento al 4%
E’ stata approvata la riforma elettorale per le europee che introduceuna soglia di sbarramento al 4%. La seduta alla Camera era stata sospesa per la protesta dei piccoli partiti che hanno lanciato volantini in aula. La legge passerà ora al Senato, dove ci sarà una rapida conclusione del suo iter.
Questa legge permetterà di mettere un po' d'ordine a tutte quei piccoli partiti che nascono da spaccature che avvengono dai grossi partiti. Tanto per fornire un esempio i partiti comunisti, abbandonati dalle ormai rinsavite masse operaie, negli ultimi tempi ne erano stati partoriti addirittura 4 o 5.
Finiranno in tal modo i privilegi di quei minuscoli ed invisibili gruppi che, pur rappresentando lo zero virgola qualcosa, nulla gli impediva di avere prebende e vantaggi vari. Risibile la protesta dei vari Diliberto, Mastella e Ferrero che hanno gridato “libertà” e “democrazia”. Se fosse vero quello che dicono, allora dovremmo avere in Parlamento 57 milioni di partiti.
Questa soglia di sbarramento sarà senz’altro utile al sistema politico italiano per uno stimolo a quell'aggregazione di forze politiche che stiamo ricercando da moltissimo tempo.
Infatti siamo rappresentati da ben 44 partiti al Parlamento Europeo. Quindi l'Italia non dovrà di certo rammaricarsi di non spedire a Strasburgo Diliberto, Mastella & C. Le democrazie più mature, non a caso, hanno tralasciato da tempo il concetto che tutti debbano essere rappresentati, anche se li votano la nonna e la zia. Che poi a noi manchi dell'altro per essere una democrazia matura, è questione più complessa. Ma da qualcosa bisognava pur cominciare.
La prossima cosa che si dovrà fare, che poi è quanto chiedono gli italiani, è ripristinare la preferenza alle elezioni politiche, dando nuovamente il potere di decidere ai cittadini e non alle segreterie dei partiti.